04 Dicembre 2025
C’era odore di benzina negli studi di Rai 2, e qualcuno ha avuto la brillante idea di accendere il fiammifero. La saga maledetta di Garlasco — quel buco nero che dal 2007 risucchia carriere, reputazioni e pazienza nazionale — stavolta si porta via Roberta Bruzzone, volto tosto e fisso di Ore 14. La criminologa molla tutto, sbatte la porta e lascia Milo Infante da solo a domare la bestia infernale del caso Poggi.
La terza inchiesta su Chiara, quella che riporta sotto i riflettori Andrea Sempio, ha fatto saltare nervi, equilibri e pure qualche ego ingombrante. Bruzzone avrebbe chiesto di stoppare il caso o quantomeno di togliere di mezzo Umberto Brindani, direttore di Gente e compagno di ring con cui pare scorrere sangue più acido dell’aceto. La produzione, raccontano, ha risposto con un gelo polare: niente taxi personali, niente veti, si va in onda come viene.
Poi i rumors, i bisbigli, le allusioni a querele vere, presunte o immaginarie. E infine lei, Bruzzone, che su Instagram spara il suo manifesto di guerra: tutto falso, dice, nessun veto, nessuna trattativa, semmai certe richieste sono arrivate dall’altra parte per “salvare il salvabile”.
In questa giostra infernale nessuno molla l’osso. Il caso Garlasco continua a macinare vite mediatiche come un dio affamato. E la tv, ancora una volta, si ritrova a inseguire l’odore del sangue.
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