Il crepuscolo di Vittorio Sgarbi
02 Dicembre 2025
Vittorio Sgarbi, fonte: imagoeconomica
Il crepuscolo di Vittorio Sgarbi. ascesa e declino di un critico d'arte che ha fatto della sua disciplina una forma di spettacolo, creando un personaggio nuovo ,amato e odiato
Vederlo come l'abbiamo visto tutti nelle ultime brevi ma significative "comparsate", crea un senso di disagio, una forma di pietas per il guerriero incontrollabile e indomito che avevamo conosciuto in questi anni di attività poliedriche e spericolate.
Non sempre alla sua altezza come spesso accade, soprattutto agli uomini di grande ingegno.
Ora ci appare spento, finalmente invecchiato, lento, e affaticato, mentre continua a promuovere il suo ultimo libro, ed è molto tenero vederlo sfogliare compulsivamente come a indicare quello che ha scritto, quello che resterà comunque, tra cinquant'anni speriamo, il suo lascito, la sua eredità culturale.
L'ho conosciuto tanto tempo fa, nel suo periodo più fervido e sembrava invincibile, immortale, inossidabile , anche se nel privato non era certo il passionale scontroso, che insulta che sminuisce che annienta ogni tipo di interlocutore, culturale e politico, televisivo o all'interno di un dibattito alto, o popolare.
Era ed è incredibilmente mite e disponibile.
Urlava e sbraitava solo alla vista di una telecamera, come a voler confermare, e sigillare il personaggio che il mondo gli aveva chiesto di recitare, è quelle sequenze di insulti sono la cifra che il mondo ricorderà e non certo i suoi studi, i suoi volumi, o quello per cui ha studiato tanto, ed è la maledizione chi ha troppo successo, e dunque diventa sempre poco credibile ad una distratta opinione pubblica.
Non è riuscito a fare quello che avrebbe voluto, il ministro della cultura perchè neppure il tycoon funambolo si è fidato della sua immensa imprevedibilità e gli ha preferito un signore molto più tranquillo e affidabile, ma globalmente innocuo, con conseguente "ira funesta" di scontri continui, nel suo ruolo di "vice", insopportabile per una stella come lui.
Ma torniamo all'oggi, e non vogliamo valutare anche le tristi storie legali, degli scontri in famiglia e di altra natura che nella condizione in cui si trova l'uomo dopo il lungo ricovero, sfocia in un film dell'orrore, come l'uso coatto anche di questa sua immagine, per promuovere l'ultimo suo probabile best seller.
Molti saranno felici del suo stato, anche perchè le moltitudini di nemici non gli sono mai mancate, ed ora potranno finalmente esprimere tutto il loro fatale compiacimento per il crepuscolo di questo divulgatore d'arte , che ha usato comunque la sua celebrità per raccontarci perennemente, instancabilmente: la bellezza.
Certo nessuno degli "altri" critici o intellettuali ha mai potuto interagire col suo decadentismo dannunziano, e infatti lo hanno semplicemente ignorato, se non snobbato ancorati alle loro cattedre, a proposito lui non ha mai insegnato, in un'accademia o in un'università, e questo è un peccato mortale.
Professore "per chiara fama"
Il Vittorio uomo, malato e depresso, speriamo guarisca presto, quello che non tornerà mai più sarà "lo Sgarbi" che abbiamo conosciuto, che abbiamo apprezzato o disprezzato, che ci ha fatto sorridere o ci ha irritato per i suoi giudizi tranchant, ma è solo invecchiato male, e questo lo ha reso più umano, normale, come tutti gli altri che probabilmente per tutta la sua vita ha sottovalutato.
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