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Bandiera Palestina durante Olimpia-Tel Aviv, multa di 200€ per consigliere regionale Lombardia Paladini: “Esposta per 10 secondi, farò ricorso”

Durante la partita Olimpia- Tel Aviv, il consigliere regionale Lombardia Luca Paladini ha esposto una bandiera della Palestina per pochi secondi ed è stato così multato di 200 euro per aver "violato le regole interne del palasport"

01 Dicembre 2025

Bandiera Palestina durante Olimpia-Tel Aviv, multa di 200€ per consigliere regionale Lombardia Paladini: “Esposta per 10 secondi, farò ricorso”

Fonte: X @Lucapaladini

Una bandiera della Palestina esposta in silenzio per appena dieci secondi sugli spalti del Forum di Assago è bastata per far scattare l’intervento della Digos e una sanzione da quasi 200 euro al consigliere regionale lombardo Luca Paladini (Patto Civico). È quanto accaduto il 20 novembre, durante la partita di Eurolega tra Olimpia Milano e Hapoel Tel Aviv, incontro già carico di significati politici per la presenza della squadra israeliana.

Bandiera Palestina durante Olimpia-Tel Aviv, multa di 200€ per consigliere regionale Lombardia Paladini: “Esposta per 10 secondi, farò ricorso”

Paladini, da sempre impegnato in iniziative civiche e sociali, racconta di aver sollevato la bandiera palestinese poco prima dell’inizio del match. “Un gesto pacifico, silenzioso, non violento”, spiega. Subito dopo, un agente in borghese lo ha raggiunto, chiedendogli i documenti e invitandolo a riporre la bandiera. “L’ho messa come una sciarpa” – dice – per non creare alcuna tensione. Dieci giorni più tardi, è arrivata la multa. A Paladini, contattato telefonicamente dal Commissariato, è stato riferito di una “violazione delle regole interne del palasport”. Nessuna precisazione ulteriore: solo una sanzione amministrativa che, per il consigliere, appare tanto sproporzionata quanto indicativa del clima che circonda qualsiasi manifestazione di solidarietà verso il popolo palestinese. “Sono letteralmente annichilito”, ha dichiarato. “Questa vicenda non finisce qui”. Il politico ha annunciato ricorso, ritenendo la multa un provvedimento ingiustificato, non solo per la natura del gesto ma anche per ciò che rappresenta, ovvero il diritto di esprimere, in modo pacifico, vicinanza a una popolazione colpita da bombardamenti, occupazione e crimini di guerra documentati da organizzazioni internazionali.

La scelta di Paladini non nasce da ostilità verso gli atleti o verso i cittadini israeliani, come lui stesso ha chiarito: “Non sarò mai tra quelli che insultano sportivi che non hanno colpe”. La critica è rivolta alle istituzioni sportive internazionali, incapaci – o non intenzionate – a prendere posizione contro le azioni del governo israeliano, nonostante le denunce di ONU, ONG e tribunali internazionali. Per questo, afferma, portare una bandiera palestinese dentro un palazzetto sportivo è un gesto politico ma non di odio: è un promemoria, un atto di coscienza

La sanzione a Paladini potrebbe non rimanere un episodio isolato, ma aprire un dibattito più ampio sullo spazio dell’espressione politica in ambito sportivo, soprattutto quando riguarda la Palestina. Paladini, certo della legittimità del proprio gesto, prepara il ricorso. “Non ho violato nulla – ribadisce – ho solo mostrato una bandiera. Se questo diventa un problema, allora significa che il problema non è la bandiera, ma ciò che rappresenta”.

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