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Inchiesta urbanistica Milano, a Tancredi confermata corruzione e interdizione per un anno, Tribunale del Riesame: “Usò Marinoni per interessi privati"

Nelle motivazioni in merito alle misure per Tancredi, Marinoni e Pella, i giudici hanno posto l'attenzione sul presunto "scambio di favori tra il primo e il secondo, e sul fatto che l'ex assessore si sarebbe "servito del tecnico per favorire i privati di suo interesse

22 Settembre 2025

Inchiesta urbanistica, assessore Giancarlo Tancredi si dimette "non per ammissione di colpa, ma per difendersi meglio"

Giancarlo Tancredi, fonte: imagoeconomica

Il Tribunale del Riesame di Milano ha diffuso le motivazioni sull'interdizione dai pubblici uffici e dal contattare la pubblica amministrazione per un anno disposta per l'ex assessore all'urbanistica di Milano Giancarlo Tancredi, l'ex presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e il manager Federico Pella. Nello specifico, a carico di Tancredi ci sarebbero "gravi indizi di corruzione". I giudici hanno posto l'attenzione sul presunto "scambio di favori tra Tancredi e Marinoni" e sul fatto che l'ex assessore si sarebbe "servito del tecnico per favorire i privati di suo interesse". Per Tancredi è stata confermata la corruzione e l'interdizione dai pubblici uffici e dal contattare la pubblica amministrazione per un anno. La misura è stata sostituita agli arresti domiciliari, revocati dallo stesso tribunale. 

Inchiesta urbanistica Milano, a Tancredi confermata corruzione e interdizione per un anno, Tribunale del Riesame: “Usò Marinoni per interessi privati"

Nuovo capitolo dell'inchiesta flop sull'urbanistica a Milano, che alla fine ha visto la revoca degli arresti domiciliari per tutti e 6 gli indagati. Per il Riesame, da una parte c'era il presidente della Commissione Paesaggio del Comune di Milano, "su scelta dell’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi e del sindaco Beppe Sala", che "in un continuo scambio alla pari agevola gli interessi dell’assessore", dal quale ottiene "il patrocinio del Comune a uno studio sui "Nodi metropolitani" strumentalizzato dal presidente Giuseppe Marinoni quale leva per attrarre investitori".

Dall'altro,  un assessore che, "concorrendo all’accordo corruttivo tra Marinoni e il manager e socio della società di ingegneria "J+S spa Federico Pella, dal canto suo utilizza il presidente della Commissione Paesaggio per orientare i pareri della Commissione sugli interventi che gli segnala, proposti da società e/o progettisti ai quali presta una particolare attenzione e da non dispiacere, adoperandosi per favorire gli operatori privati prescelti".

Per i giudici non ci sarebbe stato nessun pentimento da parte dell'ex assessore all'urbanistica di Milano. "La sua capacità di operare a tutti i livelli pubblici e privati del settore edilizio, cittadino e non, risulta dunque intatta. Neppure la richiesta di aspettativa, intervenuta solo dopo avere appreso dell’esistenza di indagini a suo carico, può essere letta come un segno di resipiscenza o come un atto idoneo a neutralizzare la sua persistente possibilità di incidere sui progetti ancora in corso".

E poi: "L’indagato conserva rapporti privilegiati con esponenti politici ed è solidamente inserito in circuiti di cointeressenza con progettisti e operatori dell’imprenditoria edilizia – si legge – alla luce della natura dei reati contestati, della spregiudicatezza che ne ha in concreto colorato la commissione e della correlata intensità di volizione che li ha sorretti, è facile dedurre il concreto rischio che simili occasioni verrebbero nuovamente sfruttate" dall’ex assessore.

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