05 Agosto 2025
Non solo la diffusione illecita su Whatsapp delle immagini del festino a luci rosse andato in scena lo scorso 11 giugno in un ristorante di Bogliasco, ma anche la presenza di stupefacenti quella sera nel locale. E quindi la possibile contestazione del reato di cessione di droga per qualcuno dei partecipanti all’orgia. Quella del consumo di cocaina per ora è soltanto un’ipotesi della polizia che sta approfondendo le accuse contenute nella denuncia presentata dal legale - l’avvocato Salvatore Calandra - della cinquantenne ritratta negli scatti inviati ad almeno tre persone. La donna, portata nel ristorante da un medico suo amico, accusa un notaio genovese di aver diffuso delle fotografie che la ritraggono in atteggiamenti intimi. Il professionista le sarebbe stato presentato dall’amico medico.
Proprio la professione dell’uomo, un settantenne molto conosciuto in città - impossibile sapere il suo nome, nonostante ci stiano provando un po’ tutti a scoprire chi è - ha fatto muovere l’Ordine dei notai, che si è rivolto in Procura per conoscere lo stato dell’indagine. Al momento non verranno presi provvedimenti dagli organi collegiali, in attesa eventualmente di un rinvio a giudizio del collega.
È leggendo tra le righe della denuncia della cinquantenne che gli agenti incaricati dal sostituto procuratore Daniela Pischetola hanno ipotizzato che, oltre al vino e allo spumante, per surriscaldare l’atmosfera sia stata consumata della droga. “Intorno alle due di notte - c’è scritto nell’esposto - sono uscita dal ristorante insieme al mio amico medico e al notaio. E dopo aver accompagnato a casa quest’ultimo, il dottore mi portava nel mio appartamento e rimaneva a dormire da me trovandosi in uno stato di malessere dovuto agli eccessi della serata”. Parole che, unite ad alcuni particolari che si intravedono negli scatti acquisiti insieme alla denuncia (e che sembrano essere tracce di polvere bianca), aprono uno scenario che va oltre alla diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite. La cessione di sostanza stupefacente, però, dovrà essere provata e anche attribuita a qualcuno dei partecipanti al festino.
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