Garlasco, spariti reperti chiave per indagine sul Dna di Sempio, scomparsi frammento con impronta 33 e profilo genetico sotto unghie di Chiara Poggi
I reperti chiave per l'indagine sono spariti, probabilmente distrutti dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi
La riapertura delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi potrebbe arenarsi prima ancora di partire. Alcuni reperti fondamentali per il nuovo procedimento sarebbero infatti andati perduti o addirittura distrutti. Tra questi, figurano i frammenti di intonaco con l'impronta numero 33 associata ad Andrea Sempio, il pigiama indossato dalla vittima – su cui era stata documentata la presenza di un’impronta – e, soprattutto, il materiale genetico trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Proprio quel Dna, secondo recenti analisi disposte dalla Procura di Pavia, risulterebbe fino a 2.153 volte più compatibile con il profilo genetico di Andrea Sempio rispetto a un individuo ignoto.
Il reperto biologico però non è più disponibile nei laboratori forensi. Secondo quanto ricostruito, sarebbe stato distrutto dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi, giudicato colpevole nel 2015.
Garlasco, spariti reperti chiave per indagine sul Dna di Sempio, scomparsi frammento con impronta 33 e profilo genetico sotto unghie di Chiara Poggi
Insieme al frammento di intonaco con l’impronta numero 33 – associata a Sempio – e al pigiama di Chiara, su cui l’unica prova rimasta è una documentazione fotografica, la perdita del materiale genetico rappresenta un duro colpo per la nuova inchiesta. La distruzione sarebbe avvenuta dopo la sentenza passata in giudicato, quando nessuno ipotizzava la possibilità di una riapertura del caso.
Nonostante l’irreperibilità dei reperti originali, i consulenti incaricati dalla Procura hanno riesaminato i dati ottenuti all’epoca delle prime analisi, ricorrendo a nuovi strumenti statistici e software forensi all’avanguardia come Y-Str Mixture Calculation. Gli esperti, tra cui i noti genetisti Carlo Previderé e Pierangela Grignani – già coinvolti nell’inchiesta sull’omicidio di Yara Gambirasio – hanno stabilito che le probabilità che il Dna ritrovato sotto le unghie appartenga ad Andrea Sempio sono significativamente superiori rispetto a quelle che appartenga a un soggetto sconosciuto.
Tuttavia, gli stessi specialisti sottolineano che, in assenza del campione originale, non è possibile escludere l’eventualità di una contaminazione del materiale durante le fasi di raccolta e analisi. Di conseguenza, il nuovo accertamento disposto dalla Procura – in calendario a partire dal 17 giugno – dovrà basarsi esclusivamente sui dati già disponibili, senza possibilità di ulteriori verifiche dirette.