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Giovanni Brusca libero, Maria Falcone: “Addolorata, ha commesso crimini orrendi come omicidio Di Matteo, ma è legge voluta da Giovanni”

Brusca, noto anche per il rapimento e l’assassinio del piccolo Giuseppe Di Matteo, è stato detenuto per soli 25 anni

05 Giugno 2025

Giovanni Brusca libero, Maria Falcone: “Addolorata"

Dopo 25 anni di detenzione di 4 in libertà vigilata, Giovanni Brusca è tornato un uomo libero. L’ex boss di Cosa Nostra, noto per aver azionato il telecomando che il 23 maggio 1992 causò la strage di Capaci – costata la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e a 3 agenti della scorta – ha terminato il suo percorso detentivo sancito dalla legge italiana.

Giovanni Brusca libero, Maria Falcone: “Addolorata, ha commesso crimini orrendi come omicidio Di Matteo, ma è legge voluta da Giovanni”

A parlare è Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia, che ha voluto esprimere pubblicamente la sua posizione, tra dolore personale e rispetto per le istituzioni.

"Come cittadina e come sorella, non posso nascondere il dolore e la profonda amarezza che questo momento inevitabilmente riapre. Ma come donna delle Istituzioni sento anche il dovere di affermare con forza che questa è la legge. Una legge, quella sui collaboratori di giustizia, voluta da Giovanni", ha commentato Maria Falcone, riconoscendo l’amarezza di una vicenda che, pur nella sua drammaticità, si muove nel perimetro della legalità.

Brusca, noto anche per altri delitti efferati, come il rapimento e l’assassinio del piccolo Giuseppe Di Matteo – figlio di un pentito, sequestrato, tenuto prigioniero per 779 giorni e poi barbaramente ucciso e sciolto nell’acido – è stato uno dei collaboratori di giustizia più controversi. Il suo contributo, ha spiegato Maria Falcone, ha avuto un impatto reale nella lotta a Cosa Nostra.

"Le confessioni di Brusca – ha ricordato Maria Falcone – hanno contribuito all'arresto di numerosi mafiosi e alla confisca di beni illeciti. Tuttavia non si può ignorare che la sua collaborazione non è stata, su ogni fronte, pienamente esaustiva. In particolare, rimane tuttora un'area nebulosa quella riguardante i beni a lui riconducibili, per i quali la magistratura ha il dovere di continuare a indagare e chiarire ogni dubbio: colpire i mafiosi nei loro interessi economici è la pena più dura, privarli del denaro è ciò che li annienta davvero", ha sottolineato.

Parole dure, che non cancellano la consapevolezza del ruolo delle leggi volute da Giovanni Falcone stesso, ma ne evidenziano la complessità morale e civile. Maria Falcone ha anche voluto separare il giudizio istituzionale da quello personale.

"Il mio giudizio personale, come sorella di Giovanni Falcone – ha commentato ancora – oggi rimane distinto da quello istituzionale. Brusca è autore di crimini orrendi, come il rapimento e l'uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di un pentito, che fu tenuto prigioniero per 779 giorni e poi strangolato e sciolto nell'acido e non trovo parole per esprimere il mio dolore e rabbia personale che altrettanto e ancora più grande sarà da chi ha subito questi orrori. Ma proprio per questo, oggi rinnovo il mio impegno, e quello della Fondazione che porta il nome di Giovanni, a continuare a lavorare per il rispetto della legge, fondamento della nostra democrazia", ha poi concluso.

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