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Milano, Clinica Santa Rita “degli orrori” condannata al risarcimento di €70mila a Cittadinanzattiva, parte civile nel processo del 2008 su morte, lesioni pazienti e truffa al SSN

“I dati e le informazioni raccolte possono essere utilizzati per evitare che nuovi episodi come quelli del “caso Santa Rita” possano ripresentarsi, ma possono anche essere estremamente utili per la Regione Lombardia”, ha commentato Liberata Dell’Arciprete, segretario di Cittadinanzattiva Lombardia

15 Ottobre 2015

Milano, Clinica Santa Rita “degli orrori” condannata al risarcimento di €70mila a Cittadinanzattiva, parte civile nel processo del 2008 su morte, lesioni pazienti e truffa al SSN

Clinica Santa Rita (fonte LaPresse)

Il Tribunale di Milano ha condannato la clinica Santa Rita di via Jommelli 17 a Milano al risarcimento di 70mila euro in favore di Cittadinanzattiva, costituitasi parte civile nel processo del 2008 sull’istituto ribattezzato “degli orrori”. 

La Cassazione ha confermato la pena di 15 anni e sei mesi di carcere per l’ex primario di chirurgia toracica della casa di cura Santa Rita, Pier Paolo Brega Massone, in relazione all’accusa di lesioni nei confronti di un’ottantina di pazienti e di truffa al servizio sanitario nazionale. Per la vicenda accaduta in quella che è stata ribattezzata “clinica degli orrori”, Brega Massone sta già scontando la condanna all’ergastolo per omicidio volontario di quattro pazienti.

Clinica Santa Rita “degli orrori” condannata al risarcimento di 70mila euro in favore di Cittadinanzattiva

La decima sezione del Tribunale di Milano ha condannato ieri la Clinica Santa Rita di Milano, nota alle cronache come “clinica degli orrori” per lo scandalo emerso nel 2008, al risarcimento dei danni nei confronti di Cittadinanzattiva, parte civile del Processo, riconoscendo l’efficacia del giudicato penale in capo alla Clinica per i fatti commessi dai propri dipendenti medici. 

A soli 6 giorni dalla sentenza favorevole legata al crollo della scuola Francesco Jovine di S. Giuliano di Puglia, ancora una volta viene riconosciuto il diritto al risarcimento a favore di associazioni, come la nostra, che tutelano interessi diffusi. Da anni ci battiamo per tutelare e promuovere i diritti dei cittadini nell'ambito dei servizi sanitari e assistenziali e per contribuire ad una più umana, efficace e razionale organizzazione del servizio sanitario nazionale. Ringraziamo per questo importante risultato la segreteria regionale di Cittadinanzattiva Lombardia e l’avvocato Tobia Giordano, della rete Giustizia per i diritti di Milano”, afferma Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva.

Lungo, molto lungo, è stato il percorso che ha portato a questo importante risultato, (costituzione di parte civile nel dicembre del 2008, per un totale di circa 80 udienze), ma ciò che conta è che sia arrivato e che sia stato centrato l’obiettivo: far sì che i cittadini abbiano voce ed esercitino poteri e responsabilità in tutte quelle situazioni in cui i propri diritti non vengono riconosciuti, vengono violati o disattesi, producendo sofferenza, ingiustizia, sudditanza”, questa la dichiarazione di Liberata Dell’Arciprete, segretario di Cittadinanzattiva Lombardia, “così come riportato negli atti processuali, utilizzeremo l’importo del risarcimento per l’implementazione del progetto Pit Salute a livello regionale”.

L’associazione, infatti, in sede processuale aveva presentato al giudice il progetto ben delineato in ogni suo dettaglio. Il Pit (progetto integrato di tutela) Salute è lo strumento usato per raccogliere segnalazioni di disservizio e per offrire al cittadino informazioni, assistenza ed intervento in ambito sanitario. “I dati e le informazioni raccolte possono essere utilizzati per evitare che nuovi episodi come quelli del “caso Santa Rita” possano ripresentarsi, ma possono anche essere estremamente utili per la Regione Lombardia”, ha conclusoLiberata Dell’Arciprete, “qualora intendesse tener conto delle richieste dei cittadini raccolte secondo una metodologia attentamente strutturata, e non improvvisata, per individuare priorità, orientare la programmazione regionale e la gestione delle aziende sanitarie e, naturalmente, per guidare politiche per i cittadini”.

Il processo della Clinica “degli orrori” Santa Rita

È definitiva la condanna per Pier Paolo Brega Massone, protagonista della vicenda della “clinica degli orrori” di Milano. La Cassazione ha confermato la pena di 15 anni e sei mesi di carcere per l’ex primario di chirurgia toracica della casa di cura Santa Rita, in relazione all’accusa di lesioni nei confronti di un’ottantina di pazienti e di truffa al servizio sanitario nazionale. Per la vicenda della “clinica degli orrori”, Brega Massone sta già scontando la condanna all’ergastolo per omicidio volontario di quattro pazienti.

Con questa decisione, la I sezione Penale della Cassazione ha reso definitiva la condanna emessa dalla Corte di appello di Milano il 6 novembre 2013 nel processo di appello ‘bis’ disposto dalla stessa Suprema Corte, nel giugno 2013, per i ricalcolo della pena in seguito ad alcune prescrizioni. Sia nel primo processo di appello che nel secondo la determinazione della pena è sempre stata pari a 15 anni e sei mesi di reclusione.

La vicenda della casa di cura Santa Rita era emersa nel giugno del 2008, con gli arresti da parte della Guardia di Finanza di 13 medici, tra i quali tre chirurghi, e il titolare della clinica privata Francesco Pipitone, che ha patteggiato la pena. Secondo l’accusa, Brega Massone realizzava interventi chirurgici inutili, e gravemente dannosi per i paziente, solo per ottenere i relativi compensi e i rimborsi del sistema sanitario regionale lombardo.

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