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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Per quelli che hanno amato Parasite, ecco Mickey 17, variante da fantascienza di Topolino.
Qualcuno ci vede Elon Musk, altri Trump…

23 Marzo 2025

Esperienza uaooo come poche guardare Topolino 17 in formato 4DX. E' stato a dir poco mozzafiato, dall’ inizio alla fine completamente immerso nel suo mondo futurista. Siamo nel 2054. Sulla Terra si sta male e, più per disperazione che per senso dell’avventura, migliaia di esseri umani accettano la proposta di emigrare nello spazio e contribuire alla fondazione di nuove colonie.
Bong Joon-ho, il regista coreano di Parasite, premio Oscar e rivelazione del 2019, è un tipo simpatico e geniale. Sua moglie gli diceva che noi europei non avremmo capito l’umorismo coreano e invece sì, ce l’abbiamo fatta. Ancora di più in questo “Mickey 17”, adattato da un romanzo di fantascienza che poi è relativamente fantascientifico (non viviamo già in un mondo distopico?). Mickey Barnes  è un giovanotto combina-guai che ha la bella faccia di Robert Pattinson, finito in mano a feroci usurai armati di motosega. Per sopravvivere accetta una proposta, letteralmente ai confini della realtà. Si iscrive alla spedizione dello spavaldo magnate-guru Kenneth Marshall (Mark Ruffalo) come «sacrificabile» cioè farà da cavia per valutare le condizioni di abitabilità del pianeta Niflheim, landa ghiacciata e lontanissima. Morirà più volte, verrà smaltito in un inceneritore e rinascerà grazie a una stampante in 3D caricata con la scansione del suo cervello. Tutte le volte gli chiedono: “Cosa si prova a morire?”. Nient’altro che routine. Succede per sedici volte, ma alla diciassettesima arriva l’imprevisto. Il pianeta è abitato da mostruose quanto inoffensive creature (Marshall le chiama “striscianti)” che, invece di mangiarlo, lo salvano. Credendolo morto, gli scienziati dell’astronave mettono in pista Mickey 18, un tipo più risoluto e violento (la clonazione non è proprio perfetta, ogni Mickey ha caratteristiche leggermente differenti). I due ovviamente si incontrano e ovviamente vogliono vivere. Si picchiano, si alleano, cercano di uccidersi a vicenda. Ma nel film c’è molto di più... C’è Marshall, tecnocrate con deliri di grandezza in cui qualcuno ha visto Elon Musk e qualcun altro Trump, c’è la sua crudele moglie snob ossessionata dal preparare nuove salse (superba Toni Collette), c’è il team di scienziati che sperimenta veleni e gas da genocidio, c’è l’idea di accaparrarsi  le terre rare ma ricche di risorse a tutti i costi. E c’è la riflessione profonda sulle “resurrezioni” forzate. Morire e rinascere alla fine stanca.

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