23 Marzo 2025
Bong Joon-ho, il regista coreano di Parasite, premio Oscar e rivelazione del 2019, è un tipo simpatico e geniale. Sua moglie gli diceva che noi europei non avremmo capito l’umorismo coreano e invece sì, ce l’abbiamo fatta. Ancora di più in questo “Mickey 17”, adattato da un romanzo di fantascienza che poi è relativamente fantascientifico (non viviamo già in un mondo distopico?). Mickey Barnes è un giovanotto combina-guai che ha la bella faccia di Robert Pattinson, finito in mano a feroci usurai armati di motosega. Per sopravvivere accetta una proposta, letteralmente ai confini della realtà. Si iscrive alla spedizione dello spavaldo magnate-guru Kenneth Marshall (Mark Ruffalo) come «sacrificabile» cioè farà da cavia per valutare le condizioni di abitabilità del pianeta Niflheim, landa ghiacciata e lontanissima. Morirà più volte, verrà smaltito in un inceneritore e rinascerà grazie a una stampante in 3D caricata con la scansione del suo cervello. Tutte le volte gli chiedono: “Cosa si prova a morire?”. Nient’altro che routine. Succede per sedici volte, ma alla diciassettesima arriva l’imprevisto. Il pianeta è abitato da mostruose quanto inoffensive creature (Marshall le chiama “striscianti)” che, invece di mangiarlo, lo salvano. Credendolo morto, gli scienziati dell’astronave mettono in pista Mickey 18, un tipo più risoluto e violento (la clonazione non è proprio perfetta, ogni Mickey ha caratteristiche leggermente differenti). I due ovviamente si incontrano e ovviamente vogliono vivere. Si picchiano, si alleano, cercano di uccidersi a vicenda. Ma nel film c’è molto di più... C’è Marshall, tecnocrate con deliri di grandezza in cui qualcuno ha visto Elon Musk e qualcun altro Trump, c’è la sua crudele moglie snob ossessionata dal preparare nuove salse (superba Toni Collette), c’è il team di scienziati che sperimenta veleni e gas da genocidio, c’è l’idea di accaparrarsi le terre rare ma ricche di risorse a tutti i costi. E c’è la riflessione profonda sulle “resurrezioni” forzate. Morire e rinascere alla fine stanca.
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