Treviso, morto Andrea Poloni di febbre emorragica per malaria contratta in Congo, "Nessuna malattia misteriosa o allarmismo"
Trovato senza vita nella sua abitazione Andrea Poloni, 55enne, morto dopo il rientro dal Congo di febbre emorragica per la malaria
Treviso, ieri, Andrea Poloni, un uomo di 55 anni, è morto dopo il suo rientro dal Congo. I medici hanno parlato di febbre emorragica (una delle complicanze più comuni della malaria). Sono in corso gli accertamenti diagnostici in collaborazione con l'Istituto Spallanzani di Roma per risalire alle origini dell'infezione. Poloni si trovava a Kinshasa, a circa 700 km di distanza dal distretto di Panzi, dove negli ultimi due mesi è sorto l'allarme per quella che è stata considerata una "malattia misteriosa", in realtà dimostratasi "una forma grave di malaria, aggravata dalla malnutrizione", secondo quanto riportato dal ministero della Sanità congolese.
Il 55enne di Trevignano deceduto ieri, 16 dicembre, dopo il ricovero per una febbre emorragica era un imprenditore da poco rientrato dal Congo, titolare della Solosole srl, azienda che si occupa di pannelli fotovoltaici. L'uomo è stato ritrovato senza vita nella sua abitazione in via Carso, vittima di una emorragia interna provocata da uno stato febbrile intenso. La morte sospetta ha allertato le autorità sanitarie che coordinate dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità stanno analizzando le cause del decesso. Secondo le autorità del Congo, però, la malattia che ha ucciso Poloni è una forma particolarmente grave di malaria, la stessa forma particolarmente aggressiva che a novembre avrebbe ucciso 143 persone. Il 55enne lascia la moglie, originaria dell’Eritrea e una figlia. L’unica persona venuta in contatto con il trevigiano è in isolamento fiduciario domiciliare.
Il ministero della Sanità del Congo ha dichiarato di aver identificato l'entità della "malattia misteriosa" che aveva colpito il distretto sanitario di Panzi nella regione del Kwango. Non si tratterebbe altro che di malaria. La autorità locali di Kinshasa hanno dichiarato: "Il mistero è finalmente stato risolto. Si tratta di un caso di malaria grave, sotto forma di malattia respiratoria, rinforzato dalla malnutrizione". Vengono dunque confermate le anticipazioni de "Il Giornale d'Italia", che da subito ha riportato le informazioni dei principali esponenti congolesi in materia di sanità, i quali facevano notare quanto fossero infondati gli allarmismi sulla malattia. Inoltre, come spiegava il dottor Jean Kayesa, direttore dei Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie, il distretto di Panzi è sempre stato "fragile, con il 40% dei suoi residenti che soffre di malnutrizione".
Le autorità sanitarie congolesi hanno anche spiegato che da ottobre sono stati segnalati 592 casi, con un tasso di mortalità del 6,2%, numeri che restano però non attendibili a causa della situazione in cui versano non solamente le strutture sanitarie, ma gli stessi distretti. Risulta quasi impossibile per le autorità del Congo, infatti, stabilire con esattezza quanti siano coloro che hanno contratto la malaria, quanti ne siano morti, o quanti ne siano deceduti a causa delle complicanze o, ancora, chi effettivamente abbia subito un peggioramento della sua situazione per l'elevato tasso di malnutrizione. Anche il Presidente del quadro di consultazione della società civile della provincia di Kwango, Lucien Lufutu, ha riferito che "c'è una mancanza di medicinali e di forniture mediche, qui la maggior parte della popolazione è curata da medici tradizionali".