26 Novembre 2024
Operazione della Dia dalle prime luci dell’alba a Genova. La direzione investigativa antimafia sta eseguendo sei misure cautelari in carcere, emesse dal gip su richiesta della Procura di Genova, Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, nei confronti di altrettanti indagati, accusati a vario titolo di trasferimento fraudolento di valori, aggravato dal fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose, associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, detenzione illecita di armi ed estorsione. Previsto anche il sequestro preventivo di un terreno in Palermo, nonché perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di ulteriori indagati.
L’operazione, denominata “Gigante”, nasce dagli approfondimenti antimafia eseguiti dal Centro Operativo Dia di Genova nei confronti di alcune società della logistica, dai quali è emerso il rischio di infiltrazione mafiosa attraverso alcuni esponenti del mandamento “Tommaso Natale” di Palermo, motivo per cui le società sono state colpite da interdittive antimafia, emesse dalla Prefettura nell’agosto e nel novembre 2022. Parallelamente sono state svolte le indagini coordinate dalla Dda di Genova culminate nelle misure di oggi che riguardano Gabriele Silvano imprenditore della logistica portuale, Enrico Bomarsi, dipendente di una ditta di spedizioni, Salvatore Mario Lo Piccolo, esponente di spicco della cosca mafiosa facente capo alla “famiglia Lo Piccolo” di Palermo, residente a Serra Riccò comune nell'entroterra genovese , nonché trecittadini sudamericani: Boris Jiampier Maruri Moreira, Victor Manuel Maruri Moreira e John Harold Ordonez Garcia.
Sotto la lente degli investigatori è finita la compravendita di un terreno in Palermo, che l’imprenditore ligure, in concorso con l’esponente mafioso, aveva intestato fittiziamente a una sua società, affinché non fosse sottoposto al sequestro nell’ambito di una misura di prevenzione patrimoniale che aveva colpito in precedenza il soggetto palermitano, già condannato due volte per 416bis a Palermo. Per questo i due davanti a un notaio di Massa Carrara, poi sanzionato dalla DIA per la violazione alla normativa antiriciclaggio, per aver omesso di svolgere l’adeguata verifica e di effettuare la segnalazione di operazione finanziaria sospetta, avevano simulato il trasferimento attraverso una vendita fittizia del terreno per una somma dichiarata di 30.000 euro, valore di molto inferiore al reale. Il terreno si trova nel quartiere, “Tommaso Natale-Cardillo” a Palermo, zona di influenza dell’omonima cosca di mafia. E secondo gli investigatori era di importanza strategica per la famiglia mafiosa che avrebbe voluto trasformarne la destinazione d’uso da agrumeto a zona edificabile, così da introitare ingenti guadagni. Il terreno di 5000 mq è stato sottoposto a sequestro preventivo. Contestualmente, le indagini hanno portato alla scoperta di 4 pistole ed oltre 500 proiettili, occultati in un container/shelter, in uso alla società logistica e nella disponibilità dell’imprenditore.
L’uomo veniva filmato dalle telecamere posizionate dagli uomini della Dia mentre cercava di recuperare le armi. Sono in corso accertamenti per verificare se le stesse siano state mai utilizzate per eventuali azioni delittuose. L’imprenditore è accusato di aver costituito un gruppo organizzato dedito al traffico internazionale di cocaina dal Sudamerica. In particolare, gli indagati sono accusati di aver operato tramite l’utilizzo della società di logistica del medesimo, con la complicità di un dipendente di una società di spedizioni genovese, che avrebbe redatto la documentazione di copertura, e di alcuni cittadini sudamericani che avrebbero agevolato l’importazione di ingenti quantitativi di cocaina dall’Ecuador, già finanziati per oltre 600 mila euro, parte dei quali inviati in contanti ai fornitori attraverso canali di trasferimento illegali, gestiti da persone di nazionalità cinese residenti a Roma.
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