06 Novembre 2024
Sic trans gloria mundi. Sono brutti momenti per il vento genderfluid: in America perde insieme alla candidata che (a chiacchiere) lo sponsorizzava, nel resto del mondo c'è un colpo di scena con epicentro in Algeria: non era imene, era un micropene quello di Imane, “la pugila” che ha fatto fuori tutte le avversarie alle Olimpiadi di Parigi. Ricordate, mamma mia che confusione sessuale? È 'na donna, no è n'omo, tutti genetisti (ne ricordo uno particolarmente insistente). Andò a finire nel solito modo: se non ci credi che è donna sei fascista, trumpiano e non hai diritto di cittadinanza e possibilmente neanche di scrivere. La faccio corta, ma la storia è indicativa di come si fa informazione oggi, con tutto ciò che di disastroso ne consegue: esce un doppo rapporto medico, rilasciato da due ospedali, il Mohamed Lamine Debaghine di Algeri e dal francese Kremlin-Bicétre, quello delle “Campane di Bicètre” di Simenon, che attribuisce alla medagliata algerina tanto di (micro)fallo e testicoli “interni”: vogliamo parlarne? Non è, alla luce di quanto accaduto pochi mesi fa, una notizia clamorosa? Ma l'informazione certificata si comporta esattamente come l'opinionismo alla grappa dei social: rimuove, fa finta di niente. Nel silenzio ostinato, e poi nelle ammissioni striminzite, del giornalismo patentato, è interessante osservare l'assoluta aderenza alla dinamica social: prima hanno irriso, la fonteh, dov'è la fonteh? Hanno prodotto la sacra fonte, prodotta da un giornalista francese oltretutto di origine araba, Djaffar Ait Aoudia, che conferma i dubbi e le perplessità già uscite alle Olimpiadi; allora hanno detto: non sono validi, non contano niente perché non sono accreditati da noi. Poi qualcuno ha fatto notare che non di una voce da bar sport si trattava, ma di plurime fontih informative e scientifiche, nessuna delle quali, fino a questo momento, smentita, al che hanno concluso: va beh, chi se ne frega.
La logica del fatto compiuto, del “chi ha avuto ha avuto”: ma non fa un po' schifo? Questi ha vinto una medaglia da donna che combatteva le donne, le (o gli?) hanno dedicato ritratti (truccati all'inverosimile), copertine, un documentario, siccome ella si professava donna, a dispetto di precedenti rilevazioni genetiche; chi dubitava doveva chiudere la bocca e vergognarsi, hanno tirato dentro anche il razzismo religioso, “ce l'hanno con me perché sono islamica”. Ha cominciato a imbarcare vagonate di soldi in sponsor, ospitate, sfilate, vogliono candidarla, la medaglia è solo l'inizio: tutto in base un presupposto falso, a una menzogna colossale infine certificata. “Va beh chi se ne frega”. Sul serio? Tra i pochissimi che non hanno lasciato perdere, Francesca Ronchin su "la Verità".
Quanti, adesso, dovrebbero, loro, chiudere la bocca, chiedere scusa e andarsi a vergognare? Quanti dovrebbero ammettere di avere mentito sapendolo? Quanti hanno contribuito a propalare un grande inganno? Ma niente, continuano “con più fame che pria”. Fame di balle. Perché, vedete, Imane Khelif (se verranno confermati i referti che finora nessuno ha contestato) è l'auto elettrica, è i cambiamenti climatici, è il vaccino. Si impone una verità mendace, si intimidisce chi la contesta, si manda al rogo l'eretico, si impone la polizia del pensiero finché la verità vera, reale, viene necessariamente a galla e a quel punto tutti si voltano dall'altra parte con la sincronia di un corpo di ballo. Per questa strada si accumulano danni colossali, perché passi pure un uomo truccato da donna che pesta altre donne, ma quando la faccenda si allarga a un modo di informare, di stare al mondo, di prendere le decisioni pubbliche, che avvengono sulla base di determinati presupposti fattuali e riguardano miliardi di persone, allora il mondo finisce a rotoli.
Dicevano che la percezione bastava a decidere il sesso (o l'energia, o il veicolo, o qualsiasi altra cosa), poi sono passati al mantra della scienza, poi, quando la scienza li ha sconfessati si sono rifugiati nel vittimismo aggressivo. Alla fine la verità ha “trionfato” - si fa per dire -, ma i danni chi li calcola? Con l'auto elettrica hanno distrutto un intero comparto in tutta Europa, con le energie sterili stanno bruciando 5 trilioni di dollari l'anno da almeno un decennio e vogliono farlo fino al 2050, quando verosimilmente il pianeta sarà sfinito, con la superstizione climatica evitano di compiere opere che servono agli umani “per ripristinare la natura del Medio Evo” e ne fanno morire a centinaia. Col vaccino ci portiamo dentro tutti le conseguenze: chi lo ha preso e chi non lo ha preso ma ha preso il Covid (perché l'origine è la stessa, alchimie di laboratorio per sterilizzare la plebe globale, per sfoltirla), oppure chi, semplicemente, ha vissuto in modo traumatico l'esperienza della prigionia domestica, del ricatto, o ti vaccini o ti tolgo il lavoro. E non c'è uno che non abbia maturato il trauma, perché la quasi totalità della popolazione non è nata in tempo di guerra o non se la ricorda più, insomma non aveva, di una simile esperienza, la memoria per difendersi a livello psichico e organico.
Imane non era un imene: vogliamo prenderlo questo toro per le corna? Dopo che la “prova del diavolo” si è invertita, spetta a chi garantiva di far luce, di sbugiardare la presunta mascolinità ed io, da subito convinto che questo ragazzone è un maschio “coi fiocchi e coi maroni”, come diceva Loris Batacchi, sarei il primo a ricredermi, a riferire di una colossale bufala in suo sfavore, una calunnia su cui fare luce: invece tutto questo silenzio degli innocenti, per dire i buoni, gli inclusivi, mi mette in sospetto: è lo stesso di quando i produttori di vaccini ammettono l'inefficacia e la pericolosità, lo stesso dei virologi che a partita persa si buttano sull'influenza “che potrebbe attaccare la mente”, lo stesso dei politici che fanno i pesci in barile, fanno le commissioni dall'esito autoassolutorio già deciso.
Questo è il mondo d'oggi. Un uomo si spaccia per donna abbatte le donne, trionfa, fa la vittima, fa una barca di soldi, viene glorificato e, quando esce la sua scorrettezza, invece di venire punito tira dritto nel silenzio generale, anzi globale: va beh, chi se ne frega. Ditemi voi se un pianeta può reggersi con una logica simile, la logica irrazionale, isterica, patologica di Greta, una viziata insopportabile, più o meno disagiata che a 16 si è messa a strillare che il mondo finiva e l'hanno presa sul serio, hanno insolentito gli scienziati veri, le hanno conferito lauree a pioggia, le hanno dedicato un pupazzo dove regge un bastone che ricorda senza dubbio un pene, questo per niente “micro”, e un vescovo ha detto che è il simbolo dell'Anno Santo “per attirare i giovani”.
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