Vaccino Covid, Emilia Padovano invalida e con paralisi di Bell dopo 2 dosi Pfizer, riconosciuto nesso di causa ma nessun indennizzo dallo Stato

Alla donna non sarebbe stato riconosciuto alcun indennizzo, perché il danno subito, una paralisi di Bell permanente, non è tra quelli inseriti nel tabellario di riferimento. Quest'ultimo risulta essere scritto 46 anni fa e serviva a disciplinare le pensioni di guerra

La 52enne Emilia Padovano, residente a Torino, è rimasta menomata e con una paresi perenne del viso dopo l'inoculazione di "due dosi di vaccino Covid Pfizer”. La paralisi di cui soffre la donna sarebbe stata causata proprio dal vaccino e, infatti, lo Stato avrebbe ammesso la correlazione.

Tuttavia alla donna non sarebbe stato riconosciuto alcun indennizzo, perché il danno subito, una paralisi di Bell permanente che le ha deformato il viso, non è tra quelli inseriti nel tabellario di riferimento. Quest'ultimo risulta essere scritto 46 anni fa e serviva a disciplinare le pensioni di guerra (dpr del 30/12/1981 n. 834 che si rifà alle tabelle del dpr 23/12/1978 n 915) facendo dunque riferimento a tutta una serie di menomazioni, come amputazioni di arti e di dita, che non corrispondono a quanto accaduto ad Emilia. 

Vaccino Covid, Emilia Padovano invalida e con paralisi di Bell dopo 2 dosi Pfizer

Emilia è stata anche una delle protagoniste del documentario di Paolo Cassina, Invisibili, quello che secondo la “virostar” Matteo Bassetti era “un fake girato da attori”. Nonostante le accuse di falso per la signora Padovano, la commissione medico militare certificherebbe, invece, che lei non è un’attrice ma una cittadina che subito un danno dallo Stato.

L'estensione dell'indennizzo per i vaccinati contro il Covid, il decreto legge n. 4 del 27 gennaio 2022 - convertito nella legge n. 23 del 25 marzo 2022 - era servita per molti ad “ammantare di costituzionalità l’obbligo vaccinale”. In virtù di tale diritto la Corte costituzionale, l’anno scorso, emise la discussa sentenza secondo cui era “legittimo” che lo Stato “obbligasse” i cittadini alla somministrazione del vaccino. 

Riconosciuto nesso di causa ma nessun indennizzo dallo Stato

La Commissione medico militare, sul caso di Emilia Padovano, aveva scritto: “Casi di paralisi acuta del nervo facciale  sono stati osservati anche dopo la somministrazione di vaccini anti Covid-19, sia a mRna che a vettore virale, sia durante la sperimentazione clinica che dopo la loro commercializzazione. Pertanto, vagliato l’iter clinico e terapeutico, in assenza di altre possibili cause rilevabili, questa commissione ritiene di poter sì riconoscere il nesso di causa tra l’infermità patita e la vaccinazione a cui si sottopose. Per quanto attiene la valutazione della menomazione, si concorda con quanto riportato nel parere di parte: danno biologico permanente del 15%. In termini di menomazione della capacità lavorativa generica l’infermità è per similitudine ascrivibile alla tabella B e quindi non meritevole di indennizzo”.

In sostanza, il nesso di causa tra la paralisi di Emilia e il vaccino Covid sarebbe stata accertata dallo Stato ma in base al tabellario risalente al 1981, in cui la patologia della donna non è compresa, non potrebbe ricevere l'indennizzo che le spetta. Inoltre, secondo la Cmo, dato che la donna, nonostante il danno permanente, sarebbe ancora in grado di lavorare, non avrebbe nemmeno il diritto di ricevere una somma una tantum.

Le parole di Emilia Padovano

In un intervista, Emilia Padovano ha dichiarato: “Se ho subito un danno permanente, con un nesso di causalità riconosciuto, perché non mi devono riconoscere tutte le migliaia di euro che ho speso per curarmi e che ancora dovrò spendere per curarmi?”, ha ribadito la donna, soffermandosi sul suo stato attuale: “Se sono in grado di lavorare è perché devo mangiare, visto che sono separata e con un figlio. Dopo la seconda dose di Pzifer mi sono guardata allo specchio ed ero un mostro, come se mi avessero deturpato con l’acido. Non riuscivo neanche a mangiare. Sono diventata come una vecchia di 90 anni. Mi sentivo pure in colpa verso me stessa, per aver tradito il mio corpo”.

Inoltre, Emilia ha raccontato il suo “dispendioso” percorso medico per cercare di “guarire”: “La cura con steroidei non ha sortito gli effetti sperati, mentre io mi sono indebitata nel tentativo di curarmi, ma oggi, dopo tre anni, devo fare i conti la realtà di un danno permanente certificato: non sarò mai più la bella donna di un tempo e il mio viso resterà sfigurato per sempre”.

Non sono più in grado di baciare un uomo in modo normale perché una parte della bocca resta bloccata - ha continuato la donna - e questo impatta psicologicamente nella mia vita intima, ma allo Stato non importa: resto una “invisibile” e ora ho l’angoscia di non sapere se potrò sempre permettermi economicamente queste cure, soldi che in passato ho destinato e
investito per la mia crescita professionale, per le necessità di crescita di un figlio, insomma, per una vita normale che non ho più”, ha concluso esasperata la 52enne Emilia Padovano.