Alessandro Impagnatiello, la perizia psichiatrica lo inchioda: "Capace di intendere e di volere quando uccise Giulia Tramontano"

La perizia psichiatrica inchioda Alessandro Impagnatiello. Il killer di Giulia Tramontano era "capace di intendere e di volere" quando uccise la compagna. Si chiude così in poco tempo la questione sulle piene facoltà del 31enne nel momento in cui ha affondato il coltello sul corpo della povera Giulia. Lo scorso 10 giugno la Corte d'Assise di Milano aveva a sorpresa disposto la perizia psichiatrica, oggi il responso.

Alessandro Impagnatiello, la perizia psichiatrica lo inchioda: "Capace di intendere e di volere quando uccise Giulia Tramontano"

Niente da fare per Alessandro Impagnatiello, valutato "capace di intendere e di volere" nel momento dell'uccisione della compagna Giulia Tramontano, incinta del piccolo Thiago. Era stata la giudice Antonella Bertoja a chiedere ulteriori accertamenti sul caso lo scorso giugno: l'incarico è stato affidato agli psichiatri Pietro Ciliberti e Gabriele Rocca, che hanno chiesto 90 giorni di tempo per capire, anche attraverso il diario clinico e ulteriori indagini, "se Alessandro Impagnatiello all’epoca dei fatti fosse capace di intendere e volere" o "se la sua capacità fosse scemata".

La perizia psichiatrica ha messo nero su bianco che il barman ha "tratti narcisistici e psicopatici", ma era nel pieno delle facoltà quando uccise la compagna incinta al settimo mese nel maggio del 2023 a Senago, alle porte di Milano. La perizia, a cui hanno partecipato anche i consulenti delle parti, verrà discussa in aula il prossimo 21 ottobre, mentre a novembre ci sarà la sentenza di primo grado nei confronti del 31enne accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dai futili motivi e di interruzione di gravidanza non consensuale e di occultamento di cadavere.

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L'esame in aula di Impagnatiello, difeso dagli avvocati Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, è stato già fissato per il prossimo 27 maggio

La tesi dei legali

I legali di Impagnatiello sostenevano che l'uomo fosse affetto da un disturbo della personalità di tipo paranoide. Ma è una tesi che era già stata "smentita" in precedenza dallo stesso barman, che aveva spiegato di non pensare di essere pazzo quando si è definito un vaso pieno di bugie. La perizia ha constatato come non ci sia nemmeno vizio di mente: un dettaglio che avvicinerebbe il 31enne all'ergastolo.