L'ambigua replica di Papa Francesco alla mail di un ragazzo escluso dal seminario perché omosessuale: "segui la tua vocazione"

Che la storia della frociaggine abbia destato scalpore, è sotto gli occhi di tutti. Sono giorni che tra commenti, meme, e lamentele del mondo lgbtq+ non si parla di altro, ma si sa, la mamma dei cretini è sempre incinta.

Ciò premesso, un giovane 22enne con la vocazione, tale Lorenzo Caruso, non l'ha presa bene e, per tramite delle pagine de Il Messaggero, ha scritto una lettera a Papa Ciccio lamentandosi di non essere stato preso in seminario perché omosessuale. 

Fin qui, tutto nella norma. Se vuoi diventare sacerdote devi lasciare ogni tua tendenza sessuale fuori la porta, se in più sei anche gay e vuoi entrare in un gruppo di soli uomini, arrapati come bonobi ma che hanno fatto voto di castità, il buonsenso dovrebbe portarti a desistere. 

Bergoglio, che ormai ha perso ogni inibizione e la dice come la pensa, senza filtri e senza freni, di suo pugno ha risposto al giovane Lorenzo, ma molti commentatori sono rimasti, come dire, spiazzati. 

Ciò che ha stupito non è stato quando Ciccio ha affermato che il clericalismo è una peste, o che la mondanità sia quanto di peggio possa colpire la Chiesa, bensì quando ha invitato il ragazzo a seguire la "sua" vocazione. 

Cosa intende il Papa con l'inseguire la "sua" vocazione? Come disse Sherlock Holmes per mano di Conan Doyle, quando si esclude il possibile, non rimane che l'impossibile. Indi, se Lorenzo non può entrare in seminario perché omosessuale, ovvero non può seguire la vocazione di Cristo, a tradurre le parole del Pontefice sembra che debba inseguire l'altra sua vocazione, più carnale e meno spirituale, ovvero l'omosessualità. Come dire: non pensare alla retta via e abbraccia la via del retto.

Niente da aggiungere, il Papa è anche un cinico estremamente raffinato.

Di Aldo Luigi Mancusi