06 Aprile 2024
Si svolgerà il 16 aprile davanti alla Corte d’assise d’appello di Genova il processo di secondo grado per l’omicidio di Alice Scagni. Il fratello Alberto Scagni, che oggi si trova il carcere a Torino dopo il pestaggio avvenuto nel carcere di Marassi e soprattutto nel carcere di Sanremo che lo aveva ridotto in fin di vita, era stato condannato a 24 anni anni e mezzo di carcere. La Corte d’assise aveva riconosciuto l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e del vincolo di parentela, mentre aveva escluso le aggravanti della crudeltà e del mezzo insidioso. Inoltre, Scagni ha ottenuto uno sconto di pena grazie alla seminfermità .
La pm Paola Crispo, dopo aver letto le 130 pagine di sentenza, aveva deciso di ricorrere in appello per contestare tutti gli elementi che hanno portato a ridurre la pena di Scagni, per il quale la procura aveva chiesto l’ergastolo. Tra questi in particolare la crudeltà , esclusa dalla Corte d’assise nonostante il numero rilevante di coltellate (22) e la seminfermità come da perizia fatta in incidente probatorio, ma sempre contestata dalla Procura che sostiene invece la piena capacità di intendere e di volere di Scagni.
Intanto resta ancora pendente la decisione del gup Carla Pastorini dopo l’udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione nei confronti dei due agenti di polizia e del medico della salute mentale della Asl3 indagati per omissione d’atti d’ufficio nell’ambito di un fascicolo bis relativo alla morte di Alice Scagni, dopo un esposto presentato dai genitori tramite l’avvocato Fabio Anselmo. L’udienza si è svolta il primo marzo e la decisione del giudice è attesa a giorni: la gup potrebbe accogliere la richiesta della Procura, archiviando definitivamente il caso, oppure chiedere ulteriori indagini o, infine chiedere l’”imputazione coatta” dei due agenti della centrale operativa e del medico.
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