Chef Rubio condannato alla gogna. Il Far West è tornato di moda?

Che Chef Rubio negli ultimi tempi si sia lanciato in commenti un po' troppo disinvolti sulla questione palestinese, è sotto gli occhi di chiunque abbia un account X (un tempo Twitter). L'uomo che ci ha fatto scorrazzare tra le più gustose e laide bettole per camionisti, diciamo che non ha mai messo in evidenza grandi doti di fair play, almeno a livello linguistico.

Scarsa diplomazia a parte, stiamo comunque parlando di una persona intellettualmente onesta, un raro esempio di coerenza che, quando porta avanti una battaglia, ci crede fino in fondo e non si fa molti scrupoli, a discapito delle conseguenze. Così, come accennato in apertura, il buon Gabriele (vero nome del giovane Chef) per 100 giorni non ha certo lesinato dichiarazioni sferzanti contro gli ebrei, non solo Israele, a suo parere colpevoli di un sionismo fondamentalista.

Ciò premesso, qualche tempo fa, in uno dei suoi tanti attacchi a briglia sciolte, Rubio si è scagliato contro il quotidiano digitale Linkiesta, sciorinando una serie di complimenti non troppo amabili che non staremo qui a riportare. La testata, invece di sorvolare, ha querelato il nostro che è stato condannato dal Tribunale di Milano, Sezione Prima Civile. Fin qui, tutto nella prassi, ma c'é un "ma". 

Sapete in cosa è consistita la condanna? In un doppio dispositivo. Da un lato, il Giudice ha fissato nella cifra di 2.700,00 euro il danno, e questo non desta alcuno stupore. Dall'altro, ha imposto al nostro Chef di tenere fissata nella parte alta del suo account X la sentenza per la bellezza di 30 giorni.

Ora, detto che la piattaforma di Elon Musk è privata e Rubio non è un organo di stampa, vien da chiedersi se questa seconda parte del dispositivo non sia la vera condanna: una gogna in stile Far West 2.0. Diversamente non ci sarebbero altre spiegazioni comprensibili, perché sono giorni che sotto il post che immortala la sentenza stanno arrivando a flotte i commenti più disgustosi di un numero imprecisato di ebrei che, forti della debolezza di Gabriele e cavalcando le praterie dello sciacallaggio, gliene stanno dicendo di ogni. 

In generale, senza nessun riferimento al giudizio in questione, vien da chiedersi se al prossimo che commenterà in modo forte qualcosa che tocca gli interessi dei giudei, non lo riempieremo di pece e piume di struzzo facendolo passeggiare per Via Condotti o Via Monte Napoleone. Una cosa è certa, nel mentre che quel macellaio di Bibi Natanyahu sta trucidando innocenti, molti suoi sostenitori italiani contribuiscono alla crescita di un nuovo odio antisemita in tutto il nostro Paese, primi fra tutti i già citati sciacalli che stanno offendendo Chef Rubio.