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Genova, operaio navale apparteneva a rete terroristica e istigava a compiere attentati, arrestato dalla Digos

Il ventiduenne conduceva una vita tranquilla con la famiglia, ma nella rete lanciava messaggi d'odio e chiedeva il martirio per sovvertire il governo pachistano

03 Novembre 2023

Genova, operaio navale apparteneva a rete terroristica e istigava a compiere attentati, arrestato dalla Digos

Operazione antiterrorismo della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Genova, Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo. A finire in manette un 22enne originario del Bangladesh, accusato di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo. L’uomo, residente bel quartiere di Sestri Ponente dove vive con la famiglia, lavora come operaio in una ditta di subappalto di Fincantieri . Secondo gli investigatori si sarebbe radicalizzato a partire dal 2021 in particolare attraverso social e chat legate allo jihadismo di “Al Qaeda”. Il prosieguo dell’indagine ha portato gli investigatori ad affermare l’effettiva adesione del 22enne all’organizzazione terroristica pakistana Tehrik-e Taliban Pakistsan (TTP) – associata ad Al Qaeda e la sua disponibilità al combattimento e al martirio. L’operazione è condotta dalla Digos di Genova e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. Oltre all’arresto sono in corso al momento due perquisizioni. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Dda Federico Manotti.

Il ventiduenne, secondo quanto accertato dagli investigatori, si definiva sui propri account Facebook “Guerriero/Soldato di Dio” e “Amante di Al-Qaeda”. In questi mesi si è attivato per acquistare la bandiera dell’organizzazione terroristica di appartenenza, ha divulgato attraverso la rete internet, i social network Facebook ed Instagram, nonché attraverso piattaforme di messaggistica istantanea quali WhatsApp e Telegram azioni violente riconducibili a gruppi terroristici. Non solo:  ha aderito al gruppo informale denominato “il Gruppo dei 20”, composto da venti soggetti accomunati dal sentimento di affermazione assolutista, anche con metodi violenti, dell’Islam (con cui condivideva video di natura istigatoria ed apologetica), inizialmente creato per “fare Jihad contro gli Indù”. L’operaio navale ha svolto attività di auto-addestramento finalizzata al compimento di atti di violenza ovvero di sabotaggio di servizi pubblici essenziali, acquisendo in autonomia istruzioni sull’uso di armi da fuoco (in particolare sul fucile mitragliatore denominato “AK - 47”) e sulle tecniche militari di combattimento. In rete manifestava la sua disponibilità al combattimento ed al martirio (mediante il compimento di attentati suicidi) creando e pubblicando un video nel quale si riprendeva mentre effettuava esercizi ginnici (anche di natura militare, quali l’avanzamento a braccia appeso ad una rastrelliera) con in sottofondo l’audio della canzone Soldiers of Allah in lingua araba. In un video si è ripreso mentre ripete le parole di un canto apologetico del martirio in nome dell’Islam.

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