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Genova, manager russo Oleg Senkevich ottiene status di rifugiato: conosce i segreti dei fondi delle Olimpiadi di Sochi

Ex-alto dirigente dello Stato, era arrivato nella capitale ligure nel 2020, chiedendo l'asilo politico due anni prima dello scoppio del conflitto in Ucraina

23 Agosto 2023

Genova, manager russo Oleg Senkevich ottiene status di rifugiato: conosce i segreti dei fondi delle Olimpiadi di Sochi

Cremlino, fonte: CdT.ch

La Prefettura di Genova ha riconosciuto ufficialmente lo status di rifugiato politico ad Oleg Senkevich, dissidente russo ed ex-manager di alto livello, motivando la decisione per le "carenze in Russia in materia di tutela del diritto al giusto processo, sovente strumentalizzate al fine di colpire oppositori politici o soggetti percepiti come tali". Senkevich era atterrato all'aeroporto Colombo di Genova il 4 novembre del 2020, con un volo proveniente da Odessa, dopo una fuga passata dalla Bielorussia. 

Genova, manager russo Oleg Senkevich ottiene status di rifugiato: conosce i segreti dei fondi delle Olimpiadi di Sochi

Oleg Senkevich, 47 anni, laureato in giurisprudenza, specializzato nella prestigiosa Scuola diplomatica del Ministero degli esteri di Mosca, era fra i più importanti manager della Federazione nelle mani di Vladimir Putin. Aveva chiesto asilo politico in Italia due anni prima dell’invasione in Ucraina e della conseguente guerra, e sulla sua testa pendeva un mandato di cattura per l’accusa di frode e riciclaggio per circa 10 milioni di euro di fondi pubblici. Il manager all’epoca dirigeva una delle sezioni di "RosGranitsa" creata con la competenza nel settore della manutenzione delle strutture frontaliere russe, ma soprattutto era il detentore di segreti sulla spartizione dei fondi tra gli uomini di governo dell’Fsb relativi alle infrastrutture ferroviarie potenziate e rinnovate a Sochi alla vigilia delle Olimpiadi Invernali del 2014. In sostanza, secondo la tesi difensiva, il manager venne coinvolto in una “guerra” per il controllo di settori che garantiscono imponenti flussi di denaro e, quindi, di potere. Dopo aver chiesto asilo politico in Italia, Oleg venne arrestato, due giorni dopo, in esecuzione al mandato di cattura. La Corte d’Appello, al momento di decidere per l’estradizione, la negò perché la situazione in Russia di quel momento, nel 2021, "non tranquillizza per quanto riguarda i trattamenti inumani inflitti ai condannati: dagli spazi ristretti, alla limitazione dei colloqui con famigliari e difensori fino ad arrivare alla tortura". Nei giorni scorsi, infine, la decisione della prefettura di Genova che gli ha riconosciuto il diritto a rientrare fra i soggetti protetti dalla Convenzione di Ginevra del 1951.

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