21 Agosto 2023
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Dopo giorni di discussioni sullo scritto auto pubblicato dal generale Vannacci, è forse il caso di porsi la domanda fondamentale: chi c’è dietro questa incredibilmente ben riuscita operazione mediatica? Perché, sia chiaro, si sente una gran puzza di regia occulta, di esperti di comunicazione di massa che hanno scelto di dare voce al qualunquismo conservatore di buona parte degli italiani.
Il libro del generale, in formato PDF, sta facendo rapidamente il giro d’Italia. Chiunque lo riceva, lo spedisce ad almeno 10 contatti, in una catena di Sant’Antonio che, almeno a memoria d’uomo, non era mai stata messa in piedi per uno scritto auto pubblicato. La sinistra, punta nel vivo dal successo nelle classifiche di Amazon libri, si è premurata di scrivere che tali classifiche non vogliono dire nulla e che, con tutta probabilità, la beata Michela Murgia è ancora la numero uno nelle vendite.
Io, che sono arrivato fino al numero sette (classifica assoluta non di genere) di Amazon libri, so perfettamente che le classifiche non contano nulla. Come mi disse una sera, davanti a un boccale da litro di birra, Andrea Pinketts: “Io sono uno scrittore, tu no, sei soltanto uno con una faccia da attore da B movies”. Aveva perfettamente ragione e gli volevo bene: mi limitai ad annuire.
Il livello della polemica, come spesso capita, è surreale e ricorda il memorabile film di Mario Monicelli Vogliamo i colonnelli. Se lì il nemico era il comunismo, qui è la sua trasformazione contemporanea: soprattutto gender culture e cancel culture. Oggi, evidentemente, mettere in dubbio che l’omosessualità sia una condizione anomala (che non significa affatto anormale, ma semplicemente eccezione - per quanto assai diffusa - rispetto a una regola di natura) suona politicamente scorretto come nel 1973 suonava scorretto mettere in dubbio il principio di uguaglianza.
Memorabile il discorso di Ugo Tognazzi: “Ma perché un ingegnere deve essere uguale a un muratore, madonna d’un Dio. Soltanto i coglioni sono uguali l’uno all’altro!”. Così il Generale Vannacci è assurto agli onori della cronaca nazionale non per i suoi tanti meriti (primo fra tutto l’esposto depositato per denunciare i rischi commessi all’utilizzo dei proiettili ad uranio impoverito), ma per frasi che chiunque sente ripetere al bar sotto casa.
Eroe del pensiero conservatore e (purtroppo), caricatura di se stesso, come non tarda a diventare chiunque diventi un personaggio pubblico. C’è già chi lo chiama Enzo, confondendolo con Jannacci! Ciò nonostante, sia che la regia occulta esista, sia che non esista, il caso Vannacci è la spia che nelle forze dell’ordine monta un malcontento che non andrebbe trascurato.
Vaccinazioni obbligatorie nonostante le reazioni avverse, sostegno incondizionato a una NATO sempre più dalla parte sbagliata della Storia, immigrazione fuori controllo con conseguenti problemi di ordine pubblico e un costante impoverimento della Nazione (vista da molti conservatori come la culla della civiltà, con molte ragioni) sono nodi sempre più ingarbugliati e - francamente - il Governo Meloni, con la sua scelta di continuità coi Governi precedenti su molti di questi temi, ha deluso profondamente molti suoi elettori. Riuscirà il Generale Vannacci a fare da catalizzatore di quella parte del dissenso? Vedremo…
di Alfredo Tocchi, 20 agosto 2023
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