Arianna Meloni querela Mario Natangelo per la vignetta sulla “sostituzione etnica” pubblicata su Il Fatto

Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha sporto querela nei confronti del vignettista del Fatto Quotidiano, Mario Natangelo per la discussa vignetta sulla sostituzione etnica, pubblicata lo scorso 20 aprile sul giornale diretto da Marco Travaglio.

Arianna Meloni querela Natangelo, la vignetta con la sorella della premier a letto con un uomo di colore

La vignetta in questione ritraeva la sorella della premier a letto con un uomo di colore che chiede alla donna: “e tuo marito?”, lei risponde: “Tranquillo, sta tutto il giorno a combattere la sostituzione etnica”.

A quell’illustrazione ne ha poi fatto seguito un’altra il giorno dopo, che ritraeva la sorella di Giorgia Meloni a letto con il marito, il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, in cui la donna dice: “Preferivo la vignetta di prima”.

La satira di Natangelo suscitò diverse polemiche e reazioni, tra cui quella della stessa Giorgia Meloni che disse: “Se qualcuno pensa di fermarci così, sbaglia di grosso. Si colpisce una persona che non ricopre incarichi pubblici colpevole solo di essere mia sorella”.

L’annuncio di Natangelo su facebook

Ad annunciare la querela di Arianna Meloni, è stato lo stesso vignettista sui social: “Mi è stato notificato che Arianna Meloni, sorella della premier nonché leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, ha deciso di querelarmi per la pubblicazione su Il Fatto Quotidiano di una vignetta sulla sostituzione etnica del ministro Francesco Lollobrigida, suo marito nonché cognato della premier, nonché leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni - scrive Natangelo -. Dopo il procedimento disciplinare avviato a maggio dall'Ordine dei Giornalisti per la stessa vignetta ("sessista e disgustosa" le parole del presidente) - archiviato con molte scuse a giugno grazie al lavoro delle avvocate che mi hanno difeso - adesso si apre un nuovo capitolo. Come già nei mesi scorsi, voglio ringraziare i lettori che mi seguono e i colleghi del Fatto per il sostegno e la libertà ribaditi anche in questa occasione. Per conto mio continuerò a non commentare la vicenda: preferisco che a parlare per me, e per gli altri cento da educare, siano solo i miei disegni. E i miei legali” ha concluso il vignettista.