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Omicidio Bricca ad Alatri, arrestati Mattia Toson e il padre Roberto, il procuratore: “Scambio di persona, il target era Omar Haudy”

Svolta nelle indagini sull'omicidio di Thomas Bricca: padre e figlio arrestati grazie alle prove sul cellulare della vittima

18 Luglio 2023

Per Thomas Bricca, ferito nella sparatoria di Alatri, dichiarata la morte cerebrale

Fonte Twitter: AndreaPecchia

Arriva la svolta decisiva sull'omicidio di Thomas Bricca, il diciannovenne ucciso il 30 gennaio ad Alatri, in provincia di Frosinone, con un colpo di pistola alla testa. I Carabinieri hanno arrestato Roberto Toson, 47 anni, e suo figlio Mattia Toson, 22 anni, in relazione al crimine. Il giovane è stato ucciso mentre si trovava al "Girone" ad Alatri. Nei giorni precedenti c'erano state due risse tra bande rivali e per dimostrare la loro supremazia, i membri di una di queste avevano deciso di aprire il fuoco.

Omicidio Bricca ad Alatri, arrestati Mattia Toson e il padre Roberto, il procuratore: “Scambio di persona, il target era Omar Haudy”

Il procuratore Antonio Guerriero ha convocato una conferenza stampa per oggi alle 10:30 per spiegare i dettagli dell'indagine. Mattia Toson si era fatto vedere nella piazzetta dove è avvenuto l'omicidio nei giorni precedenti. Era scoppiata una rissa e il suo cellulare era spento durante l'omicidio. Secondo le accuse contenute nell'avviso di garanzia, Roberto Toson "ha causato la morte di Thomas Bricca sparando un'arma da fuoco".

Bricca è stato colpito alla testa intorno alle 20:00 del 30 gennaio in una piazzetta di via Liberio, nel centro storico della città dove viveva. Due persone a bordo di uno scooter si sono fermate a circa 40 metri di distanza da lui e dal suo gruppo di amici, entrambe con un casco integrale, e quella dietro ha sparato tre colpi di pistola. Dalle indagini, ha spiegato il procuratore, è emerso che a sparare dal posto del passeggero dello scooter sarebbe stato Mattia Toson, mentre il padre guidava. Un proiettile ha colpito Bricca alla testa, che è stato poi urgentemente trasportato all'ospedale San Camillo di Roma ed è stato dichiarato morto un giorno e mezzo dopo.

Omar Haudy e la rissa nei giorni precedenti all'omicidio

La distanza da cui sono stati sparati i colpi e diverse testimonianze hanno subito fatto ipotizzare che Bricca non fosse il bersaglio reale degli spari: martedì mattina il procuratore ha spiegato che le indagini hanno confermato questa ipotesi e che il vero obiettivo degli spari sarebbe stato Omar Haudy, un amico di Bricca che si trovava con lui in quel momento. Sempre secondo il procuratore, Bricca sarebbe stato scambiato con Haudy perché indossavano una giacca simile. Il motivo per cui è stato organizzato l'attacco sarebbe collegato a due risse avvenute nei giorni precedenti, in cui erano stati coinvolti Mattia Toson e Omar Haudy.

Sotto inchiesta c'è anche Francesco Dell'Uomo, nonno acquisito di Mattia e patrigno di Roberto. È accusato di falsa testimonianza perché ha cercato di eliminare un dispositivo per scacciare i cani e ha smontato le telecamere di sorveglianza, facendo sparire anche la scheda di memoria.

La svolta è stata resa possibile dalle indagini sul cellulare della vittima. Alcuni testimoni avevano dichiarato che Mattia Toson era arrivato sconvolto alla festa prevista quella sera. Nei giorni scorsi, i carabinieri del Racis avevano effettuato la copia forense dei dati del cellulare dopo aver richiesto l'intervento del produttore per forzare la password impostata dal ragazzo come sicurezza del telefono.

I messaggi sui social: "Giustizia"

La madre di Bricca aveva affermato che gli assassini di suo figlio erano ancora in libertà. Suo padre aveva previsto la verità per Pasqua. "Sono felicissimo -ha detto Paolo Bricca all'Ansa- ma mancano ancora tasselli importanti. Ora inizia la grande battaglia dei processi".

"Non abbiamo ancora vinto nulla", sottolinea il padre di Thomas. "Speriamo che ora riescano a farli parlare". Secondo Paolo Bricca, "restano ancora molti tasselli" da chiarire: "Manca lo scooter e la pistola e chi li ha forniti ai criminali. Avevo perso le speranze, soprattutto di fronte all'arroganza di quelle persone che addirittura venivano in paese a provocarci". Lorenzo Sabellico, zio di Thomas, su Facebook ha scritto solo tre parole: "Buona galera boss". "Era ora", "quanto ci è voluto", "giustizia", sono alcuni dei commenti che riempiono la pagina. .

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