29 Giugno 2023
Kataleya, fonte: Twitter @P_M_1960
Sono riprese nella tarda mattinata di oggi, giovedì 29 giugno, le perquisizioni nei pressi dell’Hotel Astor, ormai noto in tutto il Paese quale quadro da cui si dipanano le buie vicende attorno alla scomparsa di Kata, la piccola di 5 anni di cui, dal 10 giugno scorso, non c’è più traccia.
Oggi infatti, diversi agenti si sono presentati in via Monteverdi, ultimo luogo in cui la bimba sia stata vista, per eseguire un sopralluogo presso una ditta adiacente il cortile dell’hotel occupato in cui Kata viveva con la mamma. Il capannone in questione apparterrebbe a 2 fratelli italiani (che sono stati perquisiti come terzi non indagati) e, secondo la teoria degli inquirenti, avrebbe potuto vedere, tra i suoi numerosi locali, la presenza di Kata alcune ore dopo della scomparsa. La bimba, quindi, potrebbe essersi, o essere stata, qui nascosta, un’ipotesi che i rilievi della scientifica potrebbero aiutare a confermare.
Ad eseguire la perquisizione, i Carabinieri della scientifica, operativi, oltre che nei locali della ditta, anche in una cabina dell’Enel poco distante. A dare mandato, invece, per la stessa, sono stati il Procuratore aggiunto Luca Tescaroli e la PM della Dda Christine Von Borries.
Le ricerche degli inquirenti, quindi procedono serrate, in particolare dopo la repertazione di alcuni giorni fa di tutti i Dna degli occupanti dell’Hotel Astor, compreso quello della stessa Kata (prelevato dal suo spazzolino), una mossa, secondo gli investigatori, che potrebbe aiutare a snellire e, soprattutto, accelerare le indagini, sempre più simili ad una corsa contro il tempo.
Una corsa contro il tempo che vede, seduta tra gli spalti di questa gara tra inquirenti e presunti rapitori, la speranza di mamma e papà di Kata, che a più riprese hanno rivolto appelli ai propri concittadini per implorarli di aiutare come possibile, scusandosi delle illegalità (numerose) commesse in passato: “Vorremmo chiedere a tutti i fiorentini, a tutte le mamme, di venire a manifestare con noi, per alzare la nostra voce. Non ci giudicate, lasciate stare la questione del racket. L'importante è trovare Kata, al resto ci penserà la polizia”.
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