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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Che meraviglia il garantismo all'italiana: le sentenze valgono solo quando assolvono (un potente)

Foti, lo psicologo di Bibbiano, assolto in appello; Conte e Speranza prosciolti. Il regime? Non c'è mai stato. Il global greenpass? Per il nostro bene. E chi non è d'accordo è negazionista, giustizialista, infame. E non deve parlare, parola di garantista.

07 Giugno 2023

Foti, lo psicologo di Bibbiano

Mi scuseranno i 4 amici al bar rimasti, tutti liberali, ma io mi alzo e me ne vado. Mi dimetto da liberale perché garantista proprio non sono, l’ho capito dopo l’assoluzione di Foti, quello di Bibbiano, e siccome essere garantisti è prerequisito per essere liberali, allora vi saluto e sono. Perché non sono disposto a farmi prendere per il culo, è un prezzo troppo alto. Perché il garantismo a senso unico, le sentenze che si rispettano solo in caso di assoluzione, benché scandalosa, non è roba per me. Quel Ruggieri fresco direttore del Riformista, lo ricordavo come un anticomunista di Forza Italia, ma si è messo subito a fare i titoli del comunista Sansonetti: ma quanta roba era uscita su Bibbiano, quante circostanze, ammissioni, quante tonnellate di riscontri, di elementi? E lo sappiamo che la magistratura agisce come agisce, cascare dalle nuvole è, di nuovo, farsi prendere per il culo con entusiasmo, e a Bologna, poi: a Bologna un comunista non verrà mai condannato definitivamente neanche se lo trovano con le ossa della madre in bocca. Una volta mi convinsi a denunciare Vasco Rossi, il trasgressivo ai tortellini che mi aveva definito psicopatico, con insulti,, perché dalla vita spericolata s’era messo a fare, di fatto, il testimonial del regime sanitario: la sentenza di proscioglimento, chiesto dalla pm in persona, praticamente diceva: e beh, il Blasco è il Blasco, se tu lo critichi lui c’ha ragione di incazzarsi. Mancava solo che scrivesse: grande Komandante! Quindi le assoluzioni sono l’unica cosa che conta, per i nostri garantisti: piazza Fontana, stragi dei treni, P2, disastri industriali, regolarmente senza colpevoli: tutto bene ragazzi?

A Bologna risplende la stella di Foti, a Brescia Conte e Speranza prosciolti con tante scuse e magari ringraziamenti, eccetera. Adesso, sotto con Mimmo Lucano, col clan Soumahoro, avanti il prossimo, siamo tutti garantisti. A volte non basta neppure la confessione piena, vedi Cesare Battisti che quelli come Sansonetti continuano a difendere.

Ma si può, eventualmente, insinuare che il tempismo della sentenza pro Bibbiano è squisito? Si possono buttare là sospetti di calci nei coglioni a Salvini, Meloni, e ciambelle alla Schlein in piena confusione mentale e politica? No, non si può, il garantismo non lo permette, questo nostro garantismo percorre una ed una sola strada, a senso unico, le sentenze valgono solo se assolvono, se no non contano. Un garantismo che fa rima con pentitismo, ma non è il mio. E il PCI o come lo volete chiamare, non c’è un cazzo da fare, è troppo forte, troppo metastasi, sta nella magistratura, nei giornali, nei social, nelle istituzioni, nessuno può estirparlo, è lui che estirpa il paese dall’interno anche perché non trova argine nella destra da pusillanimi e da operetta che ci ritroviamo: qui si sta discutendo non se, ma quando, e possibilmente presto, subito, imporre per legge i vaccini, l’utero in leasing, la pedofilia e l’incesto, con tanto di ricco dibattito su Twitter, che in questi casi lascia fare, lascia passare, mentre se scrivi contro la dittatura sanitaria ti chiudono profili a raffica perché tanto Elon Musk sta in America e può comprarsi quello che vuole ma da noi continuano a comandare la baronessa Ursula e i 4 pirla al bar dei debunker. E la Meloni che si è subito normalizzata. E Draghi che va al Fondo Monetario e dice: da adesso in poi si fa come dico io e la prima a obbedire Giorgia sei tu. E lanciano, con un battage megalomane, manco fosse l’ultimo modello di smartphone, il global greenpass per controllarci meglio, sempre, tutti, ovunque. No, io non sono più garantista, non sono più liberale, non sono più niente, prendo atto che i complottari magari davano i numeri, sparavano nel mucchio, divisi in tribù di manipolatori e mascalzoni, ma quelli che dicevano che andava a finire così ci avevano preso. Altro che garantismo dei miei coglioni. I garantisti, vedi caso, erano, sono quelli che sotto regime sanitario garantivano il regime, non i cittadini espropriati, rinchiusi, annientati. Non tutti, ma la maggior parte sì. E adesso sono pronti a rifarlo, e io mi sono rotto i coglioni perché uno nella vita può mentire alla polizia, alla moglie, ma alla propria coscienza, al proprio cervello, se gli resta, quello no. Qui mi vogliono convincere che tutto va per il verso giusto, che a Bibbiano c’erano solo anime di cristallo, che Speranza era uno che si consumava per la salute di tutti (e intanto saltano fuori i finanziamenti alla sua campagna elettorale da parte di Farmaservizi e Federfarma, vedi un po’: roba da andarsi a nascondere, considerato ruolo e modo di agire), che Mattarella è imparziale, che Draghi dice sempre la verità, che il regime non c’è mai stato e soprattutto non era spartito fra tutti, che la Corte Costituzionale non lo avallava per mirabili e scoperte ragioni politiche, che i vaccini non fanno niente di male. E magari che il barista terrunciello serial killer è un martire pure lui. Quando ho visto la madre frignare in televisione, avendo studiato un po’ di mentalismo e di linguaggio del corpo, subito mi sono sbilanciato: questa non solo recita ma era d’accordo col figlio che definisce mostro. Mi hanno accusato di essere cinico, di non essere garantista: stanno andando a prenderla per complicità in duplice omicidio, anche se ci sono le intellettuali dell’incesto e della pedofilia che dicono ma quale omicidio, un feto di 7 mesi non è un bambino, non è una persona, non è un cazzo, è marmellata. Ecco, avranno ragione loro, avrete tutti ragione, da bravi garantisti, ma io, mi tolgo dal club e non è che divento qualunquista, come nella canzone di Stefano Rosso, semplicemente resto a torcermi il fegato da solo, ecco, scusate, grazie, scendo qui: buon proseguimento.

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