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Limiti di velocità, gli italiani dicono sì ai 150 chilometri orari in autostrada

Uno studio rivela che i conducenti sono favorevoli all'innalzamento e bocciano l'uso del cellulare alla guida

05 Maggio 2023

Limiti di velocità, gli italiani dicono sì ai 150 chilometri orari in autostrada

Un nuovo studio di AutoScout24 ha approfondito cosa pensano gli automobilisti italiani su temi caldi come sicurezza stradale, limiti di velocità, uso di alcol e cellulare alla guida, patente a 17 anni, blocco della produzione di auto benzina e diesel dal 2035 e tanto altro ancora. Così, il più grande marketplace automotive online a livello europeo, ha coinvolto i diretti interessati per conoscere anche loro abitudini di guida. Ne è emerso un profilo di guidatore attento, favorevole all’aumento dei limiti di velocità in autostrada e all’inasprimento delle sanzioni per la guida con cellulare o sotto l’effetto di alcool. La ricerca ha evidenziato invece un parere contrario alla proposta di concedere la patente a 17 anni e al blocco della produzione di auto termiche alimentate a benzina e diesel nel 2035. Tre quarti degli interpellati sono favorevoli all’eventuale aumento dei limiti di velocità a 150 km/h sulle autostrade a tre corsie e con la presenza del sistema Tutor, mentre il 25% è contrario perché teme un aumento degli incidenti. Inoltre, più di un terzo tende spesso o raramente a superare i limiti di velocità, soprattutto quando lo consentono le condizioni del traffico (63%) o della strada (34%). L’80% del campione è contrario al limite a 30 km/h in città e paesi, in quanto teme l’aumento del traffico e che il progetto non possa essere applicato a tutte le strade urbane. Sicuramente andrebbe messo in relazione alle condizioni delle strade, giudicate negativamente dal 78% del campione, e al fatto che quasi la metà (45%) degli automobilisti a volte o raramente non rispetta i limiti di velocità. Bocciato infine l’uso del cellulare alla guida senza auricolare o vivavoce, con quasi nove utenti su dieci che si dichiarano favorevoli a incrementare le sanzioni e l’81% che indica questa “cattiva abitudine” come un rischio altissimo per se stessi e per gli altri, tant’è che per quasi un italiano su due (44%) è un atto grave.

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