12 Aprile 2023
Nel 2021, a Bologna, muore Isabella Linsalata. Viene accusato il marito, Giampaolo Amato: le avrebbe somministrato un cocktail di farmaci in una tisana. Il movente, una relazione extra coniugale dell'uomo. Oggi tuttavia il gip ha emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare per Amato. Il sospetto degli investigatori è la sua responsabilità nella morte della suocera, Giulia Tateo, deceduta 22 giorni prima della figlia Isabella.
Si colora di tinte ancora più fosche il caso dell’omicidio di Isabella Linsalata. Il gip Claudio Paris avrebbe infatti emesso un’ordinanza di custodia cautelare per il marito della donna, Giampaolo Amato. Amato è infatti già indagato per l’omicidio della Linsalata, dell’ottobre del 2021. Ora però è entrato nel mirino della procura anche per la morte sospetta di Giulia Tateo, madre di Isabella e morta solo 22 giorni prima di lei. La custodia cautelare per la morte della Tateo, suocera di Amato, ribadisce tuttavia il gip, necessita di indagini di conferma. Gli stessi esiti medico-legali sono da intendersi come preliminari. L’ipotesi di Paris è che, come era stato per Isabella, anche la morte della madre Giulia si sia trattata di un omicidio tramite somministrazione di farmaci.
Isabella era morta nella notte tra il 30 ed il 31 ottobre 2021 a Bologna, nella casa di zona Murri dove viveva. Secondo il gip si era trattato di omicidio ad opera del marito, oculista bolognese dipendente dell’Ausl. Il movente sarebbe stato “di tipo innanzitutto sentimentale, senza tuttavia potersi neppure escludere l'incidenza di spinte di tipo economico”. Amato intratteneva all’epoca della morte di Isabella una relazione extra coniugale con una donna molto più giovane. Quello che il gip definisce “l’inconfessabile desiderio” dell’uomo, l’avrebbe spinto a somministrare alla moglie una tisana allungata con un cocktail di farmaci.
A seguito degli esami a cui è stato sottoposto Amato all’inizio delle indagini, il gip ne da il ritratto di un uomo diviso tra due differenti realtà. In particolare Paris parla di palesate ambiguità nella vita dell’uomo, per via delle quali “subisce in quel periodo una serie di pressioni, frustrazioni ed umiliazioni che ne fanno un uomo all'angolo, infelice e pericoloso”. Ed è proprio il pericolo che l’indagato rappresenterebbe a far decidere al gip di procedere per la custodia cautelare. In particolare è la sorte dell’amante del medico a preoccupare gli investigatori, che la considerano posta nel "concreto rischio di subire una sorte analoga a quella della Linsalata, tanto più ove la stessa dovesse decidere davvero di rifarsi una vita".
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