L'amante segreta di Messina Denaro davanti ad inquirenti: "Non avevo idea della sua vera identità"

Storia d'amore apparentemente come molte altre, quella fra Messina Denaro e l'amante segreta. Appuntamenti fino a pochi giorni prima dell'arresto. Lei agli inquirenti: "A me si è presentato con un nome diverso"

L'amante segreta di Matteo Messina Denaro si è recata spontaneamente dagli investigatori dopo l'arresto del boss. Dice loro di non aver mai sospettato della vera identità del suo compagno, ma gli inquirenti non son convinti. 

Amante segreta Messina Denaro: "Non potevo sapere"

La donna si è presentata spontaneamente alle forze dell'ordine dopo aver scoperto che il suo compagno era il boss di Castelvetrano. Arrestato due settimane fa, da circa un anno Matteo Messina Denaro conduceva una vita tranquilla nel paesino di Campobello di Mazara, nel trapanese. 

Si comportava come un uomo qualunque, con una macchina, un piccolo appartamento e i suoi problemi di salute. La sua compagna lo racconta come un uomo gentile e attento, di cui mai ha sospettato nulla finché non ha visto apparire la sua foto in televisione. Al momento la donna non è indagata

La coppia si sarebbe vista fino a pochi giorni prima del blitz a casa di lui, l’appartamento di vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, in cui il boss ha trascorso l’ultimo periodo da uomo libero, il covo in cui gli inquirenti hanno trovato documenti, telefoni e pizzini.

"Non avevo idea della sua vera identità, a me si è presentato con un nome diverso. Non potevo sapere che fosse Matteo Messina Denaro", dice agli investigatori. Gli investigatori hanno da sempre ipotizzato che una latitanza di 30 anni non potesse essere condotta se non attraverso documenti finti. E nei suoi covi, in effetti, si sono trovati 5 diverse carte d'identità false. 

I fiancheggiatori di Messina Denaro

La più nota è quella intestata ad Andrea Bonafede, il suo prestanome di fiducia. Con questo nome era ammesso alla clinica La Maddalena di Palermo dove era in cura per alcune metastasi al fegato dopo un cancro al colon. Andrea Bonafede ha confessato di aver consegnato la sua carta d'identità e la sua tessera sanitaria al super latitante. 

Sulle altre 4 persone si sta ancora indagando, ma parrebbe che avrebbero coperto il boss per almeno 15 anni. Sono di persone compatibili per età con il capomafia, vive e, a quanto pare, incensurate. L'impiegato dell'anagrafe di Campobello negò in un'intervista di aver niente a che fare con i fiancheggiatori.

Oltre a Giovanni Luppino, l'insospettabile autista della primula rossa, molti altri devono averlo coperto. Non solo l'amante ha testimoniato di sua sponte, ma anche il rivenditore d'auto, i ristoratori e i pazienti della clinica. Forse si sono fatti avanti perché sapevano che sarebbero stati interrogati prima o poi.