02 Novembre 2022
fonte MonzaToday
60 persone hanno perso il posto di lavoro da un giorno all'altro, nell’azienda Vefer di Lissone. Sono stati licenziati con una mail giunta al sindacato, in cui si comunica la procedura di licenziamento collettivo per "recessione consensuale del contratto di appalto". E nonostante tutto i dipendenti il giorno successivo si sono presentati al lavoro.
Nella sede della Vefer di Lissone, azienda che si occupa di lavorazione di poliuretano espanso, i 60 operai che si sono trovati senza lavoro, hanno iniziato una mobilitazione. A denunciare l'accaduto è stato il sindacato S.I. Cobas.
"Per tanti anni sfruttati, in poche licenziati" si legge sul cartellone affisso all’esterno della ditta. "Tanti di noi lavorano qui da un decennio, durante il quale lavoratori e appaltatori si sono trasformati ed avvicendati lasciandosi alle spalle crediti verso di noi" scrivono i dipendenti, nella nota condivisa dal sindacato per spiegare le ragioni della mobilitazione. "Da circa un anno ci hanno messo in cassaintegrazione e per motivi a noi oscuri non abbiamo mai ricevuto un euro, con una conseguente perdita economica ingente: abbiamo infatti lavorato cinque giorni in meno in media ogni mese e vari istituti non ci sono mai stati retribuiti".
Mercoledì, insieme alle rappresentanze sindacali, i lavoratori si sono presentati ugualmente al lavoro. "All'inizio del turno, come ogni giorno, i lavoratori della Vefer di Lissone, sono entrati nello stabilimento, in risposta al licenziamento che hanno ricevuto venerdì sera. Da un giorno all'altro l'appalto era revocato e 60 operai lasciati in strada, licenziati in tronco. Per questo oggi li abbiamo accompagnati al lavoro come hanno fatto per anni" commenta il sindacato.
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