05 Aprile 2022
Al Teatro San Carlo alcuni ballerini ucraini sono stati minacciati sui cellulari, colpevoli di esibirsi insieme a colleghi russi, e diverse sono state le proteste: "No ai russi sul palco". La vicenda è paradossale e a tratti surreale. Lunedì 4 aprile al Teatro San Carlo di Napoli è andato in scena lo spettacolo "Stand with Ukraine": ballerini di rilevanza internazionale, anche russi e ucraini, si sono esibiti sul palco per raccogliere fondi per il paese invaso. Presenti anche Olga Smirnova, prima ballerina del teatro Bolshoi di Mosca, che si è dimessa proprio perché contraria alla guerra in Ucraina, e Anastasia Gurskaya, prima ballerina dell'Opera di Kiev. Peccato che questo "abbraccio" tra i due paesi grazie alla cultura e all'arte non sia piaciuto per nulla agli ucraini.
Alcuni ballerini ucraini hanno ricevuto minacce telefoniche fino a poche ore prima dello spettacolo: la loro unica "colpa" è stata quella di salire sul palco insieme ai colleghi russi. Parallelamente, è montata la protesta contro l'esibizione degli artisti russi. In prima fila l'ambasciatore ucraino a Napoli Kovalenko e il ministero della Cultura ucraino, che hanno fatto pressione rispettivamente al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e ai vertici del Teatro affinché lo spettacolo non si tenesse nella forma prevista.
A nulla è valsa la decisione del sovrintendente del San Carlo Stéphane Lissner di cambiare il nome della serata da "Balletto per la pace" a "Stand with Ukraine". Ancora ieri mattina il console ucraino si era presentato davanti ai cronisti per ribadire il proprio 'no' a qualsiasi "contaminazione" con i russi: "Chiediamo di fermare tutti gli eventi culturali e sportivi cui partecipano i russi. Nessun abbraccio, nessuna parola di pace è possibile finché non finisce la guerra", sono state le sue parole.
La serata si è tenuta comunque perché il sindaco Manfredi e il sovrintendente non hanno ceduto. A nulla è valso il sit-in di protesta di alcune decine di ucraini fuori dal Teatro fino a pochi minuti dallo spettacolo. "Noi stiamo dalla parte dell'Ucraina, non possono esserci dubbi su questo. È un'iniziativa pensata e realizzata per raccogliere fondi in favore delle vittime della guerra voluta dalla Russia" hanno insistito Manfredi e Lissner.
Lo stesso sovrintendente ha spiegato quanto fosse pesante il clima respirato a teatro: "Voglio ringraziare il coraggio di questi artisti. Quelli russi hanno anche corso dei rischi per essere qui con noi. E ho sentito che gli ucraini hanno ricevuto anche messaggi intimidatori". Messaggi molto netti, del tipo: "Non dovete avere contatti con i russi, è un crimine abbracciarsi con loro". Per fortuna la cultura si è dimostrata più forte ed è andata oltre.
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