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Covid, Pfizer ammette: "Calo immunitario subito dopo il vaccino". Più facile il contagio dopo l'iniezione

Sembrano non esserci più dubbi in quanto un documento di Pfizer, cui è entrato in possesso il quotidiano La Verità, riporta "un calo immunitario transitorio dei linfociti" dopo l'inoculazione

04 Aprile 2022

Covid vaccino Pfizer, consegna in ritardo a 8 Paesi europei

Pfizer, fonte: imagoeconomica

Covid, un documento ufficiale dell’azienda Pfizer-Biontech, datato maggio 2021 molto importante è stato reso noto. E fa riferimento all'impennata di positivi tra le persone vaccinate contro il Covid-19. Sembrava impossibile infatti fino a qualche tempo fa leggere i numeri dell’Iss e osservare un notevole aumento di casi dopo l'inoculazione del siero. Eppure, per spiegare scientificamente quanto è accaduto ci sono adesso le prove.

Covid, calo immunitario dei globuli bianchi dopo il vaccino Pfizer

L'edizione odierna del quotidiano La Verità, lunedì 4 aprile, è venuta conoscenza di un documento che a pagina 8 riporta: "Le valutazioni cliniche di laboratorio hanno dimostrato una diminuzione transitoria dei linfociti che è stata osservata in tutti i gruppi di età e di dose dopo la dose che si è risolta entro circa 1 settimana". Questo significa un calo immunitario transitorio dei linfociti, ovvero dei globuli bianchi preposti alle difese immunitarie dell’organismo e, come tali, sono coinvolti in svariati processi patologici e non. Una loro riduzione, fra le varie cause, può essere provocata come reazione dell’organismo all’assunzione di alcuni farmaci, in questo caso nell’inoculazione del vaccino Pfizer.

Le persone che risultano positive alle infezioni dopo essersi vaccinate, nella letteratura scientifica vengono definite "breakthrough cases". Il documento Pfizer rivela come fossero già noti durante le sperimentazioni di fase 2 e 3 condotte dall’azienda farmaceutica per ottenere l’approvazione dei vaccini. In Italia si sono registrati i primi casi di operatori sanitari positivi nonostante il completamento del ciclo vaccinale, ma nel frattempo già a luglio uno studio israeliano spiegava come il rischio di contagio per i vaccinati con il composto a mRna cominciasse ad aumentare dopo 90 giorni la somministrazione della seconda dose di Pfizer.

Elementi da prendere molto in considerazione sia dalla stampa che dalla scienza. Specie in questo momento in cui sono già cominciate le somministrazioni della quarta dose per gli immunodepressi e presto la Commissione Europea dovrà dire la sua sull'inoculazione a larga scala.

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