19 Gennaio 2022
È una storia con dei risvolti davvero incredibili quella che ha interessato una donna cagliaritana in partenza da Olbia con destinazione Gemelli di Roma, al momento dell'imbarco la paziente è stata fermata perché sprovvista del super green pass. La donna si trovava al porto sud della Sardegna in partenza per la capitale, lì si sarebbe dovuta sottoporre ad un intervento urgente a causa di un tumore.
La donna avrebbe dovuto subire un'operazione molto importante il 12 gennaio presso l'ospedale capitolino, racconta il marito. Al momento dell'imbarco però qualcosa è andato storto. "Avendo noi fatto il vaccino il 7 gennaio, e non essendo dunque ancora trascorsi i 15 giorni per l'arrivo della certificazione verde, abbiamo ottenuto dal nostro medico un certificato -racconta il marito della vittima- che attestava come io e lei, io come accompagnatore perché lei è invalida al 100%, potessimo partire".
https://www.ilgiornaleditalia.it/news/politica/329058/green-pass-dove-obbligatorio-1-febbraio.html
Ovviamente va considerata la specificità del caso, a cui le autorità dovrebbero prestare interesse. Infatti se per un cittadino "di terra" è possibile raggiungere l'ospedale e far valere il certificato di un medico, gli isolani sono costretti a dover convivere con dinamiche differenti. Lo sfogo della famiglia vittima di questo stop è legato proprio a questo tipo di considerazione, "Siamo segregati, ai domiciliari. Da Roma a Milano posso andare in macchina, ma da Cagliari? Dalla Sardegna? Questa è discriminazione, siamo in un apartheid".
La coppia si è anche rivolta all'Anas, Associazione Nazionale Azione Sociale, che è intervenuta sul tema. "Senza entrare nel merito delle polemiche vax-no vax, ci sembra assurda la condizione di intrappolamento in cui versano oggi i sardi a seguito delle norme del governo -spiega all'Adnkronos il presidente Anas Sardegna Claudio Cugusi- e che ancora una volta dimostrano quanto sia penalizzata la Sardegna rispetto all'Italia. È una condizione atavica che diventa ancora più drammatica in questo momento in cui si traduce, nei fatti, in cure negate".
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