26 Ottobre 2021
Fonte: Facebook
Fabio Tuiach, il 40 enne consigliere comunale di Trieste, tra il leader della protesta No Green pass dei portuali, è stato rinviato a giudizio per un post omofobo denunciato dai Sentinelli di Milano. Tutti contro di lui, si potrebbe dire, anche se, effettivamente, il post, su Facebook, potrebbe essere effettivamente considerato discriminatorio. Questo è senz'altro il parere de I Sentinelli di Milano che lo hanno accusato di "odio sulla base dell’orientamento sessuale". A darne notizia sulla propria pagina Facebook è stata proprio l’associazione: "Ricordate? Notizia arrivata pochi minuti fa. Rinviato a giudizio per la nostra denuncia! Alla vigilia della ripresa del Ddl Zan è una grande notizia. Stay tuned".
La vicenda risale a febbraio dello scorso anno. Antonio Parisi, un giovane della provincia di Trieste attivista Lgbt, era stato pestato a sangue da una banda poi fuggita. In quella occasione, il consigliere Tuiach, ex leghista passato a Forza Nuova e con un passato nel pugilato, ha scritto il seguente post: "Un esponente Lgbt è stato picchiato e scoppia il caso omofobia a Trieste. Siamo in campagna elettorale e succede ogni volta ma forse ha litigato con il fidanzato per la vasellina. Grande solidarietà da parte di tutte le forze politiche ma ricordiamoci che in più di un terzo dei paesi al mondo non esiste il problema omofobia perché per i gay c'è il carcere o la pena di morte".
E ancora: "Noi avevamo il rogo un tempo, mentre in Russia c'è la legge anti-gay come in tutto l'Est e per questo loro non accolgono palestrati che fuggono da paesi omofobi".
I Sentinelli hanno dunque denunciato il 40enne triestino, affidandosi all'avvocato Paola Ponte. Luca Paladini, portavoce e fondatore de I Sentinelli, aveva spiegato all'epoca a Repubblica che "ci siamo basati solo sul post del consigliere. Riteniamo grave che un uomo delle istituzioni, anziché portare solidarietà a una persona picchiata, senta il bisogno di fare riferimenti a Paesi dove l'omofobia è di Stato. Le parole utilizzate non possono che essere considerate un incitamento all'odio sulla base dell'orientamento sessuale. Le parole formano uno scritto allusivo solo in apparenza, ma che denota e specifica un tratto significativo, caratterizzato da pesante intolleranza e sprezzante omofobia".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia