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Feltri condannato a risarcire Virginia Raggi per articolo "la patata bollente"

Il giornalista: "Che mi frega di 11mila euro. Ne pago anche 20, basta che non mi rompa più i co**ioni"

06 Ottobre 2021

Feltri condannato a risarcire Virginia Raggi per articolo "la patata bollente"

Fonte: lapresse.it

Il giornalista - ora consigliere comunale di Milano - Vittorio Feltri è stato condannato per diffamazione e ora dovrà risarcire Virginia Raggi per articolo "la patata bollente". Feltri deve quindi all'ex Sindaca Virginia Raggi undicimila . L’articolo in questione era stato pubblicato su Libero il 10 febbraio 2017. La sentenza è stata emessa ieri dal Tribunale di Catania.

Feltri deve risarcire Raggi per articolo "la patata bollente"

Il giudice non ha  accolto la richiesta della Procura, che domandava addirittura una pena detentiva di 3 anni e 4 mesi e una multa di 5mila euro per il fondatore di Libero. Ha invece stabilito un risarcimento danni da stabilire in sede civile. Condannato per omesso controllo anche Pietro Senaldi, direttore responsabile del quotidiano. Anche lui dovrà pagare una multa di 5mila euro (pena sospesa). Pure Senaldi però alla fine è riuscito a scamparla: per lui la Procura aveva chiesto otto mesi di carcere. Una richiesta illegittima, come ha rilevato lo stesso Vittorio Feltri, dal momento che la Cassazione aveva escluso la possibilità di detenzione per i giornalisti.

Secondo il giudice, Feltri ha "offeso la reputazione di Virginia Raggi" con l’articolo "dal titolo Patata bollente preceduto dal sopratitolo: "La sindaca di Roma nell’occhio del ciclone per le sue vicende comunali e personali. La sua storia ricorda l’epopea di Berlusconi con le Olgettine, che finì malissimo".

"Pagare 11mila euro. Ma che condanna è? Pagherò, pagherò", ha fatto sapere Vittorio Feltri. "Che mi frega di 11mila euro. Ne pago anche 20, basta che non mi rompa più i co**ioni. Sono talmente contento, anzi felicissimo. Non è una condanna, ma un applauso. Se gradisce posso inviare alla Raggi anche delle bottiglie di champagne". Infine: "Aveva chiesto tre anni e 4 mesi di galera per una ‘patata bollente’ che non ho neanche fatto. Io ero direttore editoriale e non direttore responsabile".

"Quel vergognoso titolo di Libero non ha offeso solo me, ma tutte le donne", ha detto anche l'ex Sindaca grillina. "Mi auguro che questo episodio serva come monito e per riflettere seriamente sui temi del sessismo e dell’hate speech. Il rispetto delle donne, e delle persone, deve venire sempre prima di tutto", ha concluso.

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