11 Giugno 2021
Fermata banda che vendeva documenti falsi ai foreign fighters: tra i clienti l’attentatore di Vienna. Sono sette cittadini dell'est europeo gravemente indiziati di far parte di un'organizzazione transnazionale quelle arrestate questa notte dalla Polizia di Milano e di altre città della Lombardia.
Sono accusate di aver procurato migliaia di falsi, anche per l'attentatore di Vienna del novembre scorso e per foreign fighter, sette persone arrestate dalla Polizia a Milano e in altre città della Lombardia. Le misure giungono all'esito di un'indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura di Milano e condotta dalla Digos in sinergia con la Direzione Centrale Polizia di Prevenzione.
Le misure restrittive giungono all'esito di una complessa indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Milano e condotta dalla Digos in sinergia con la Direzione Centrale Polizia di Prevenzione, con il supporto dell'ECTC - European Counter Terrorism Centre di EUROPOL e la collaborazione della Guardia di Finanza.
Tra i clienti della banda di sette cittadini dell'Est Europa specializzata nella fabbricazione di documenti falsi c'era anche l'attentatore di Vienna, Kujtim Fejzulai. Lo ha rivelato un'operazione dalla polizia di Milano che ha portato all'arresto questa mattina di sette persone accusate di far parte di un'organizzazione transnazionale attiva nel traffico di documenti falsi: sarebbero un migliaio i falsi passaporti e carte d'identità consegnante nelle mani dei foreign fighters e che avrebbe permesso loro di spostarsi da un Paese all'altro. Esattamente come era successo per Kujtim Fejzulai, il ragazzo di venti anni ucciso dalla polizia nel centro della capitale austriaca dove, armato di fucile e pistola, ha sparato la notte del 3 novembre contro cittadini inermi provocando 4 morti e 22 feriti. L'attentato era stato condannato precedentemente a 22 mesi di reclusione nell'aprile 2019 come simpatizzante dell'Isis: in Turchia infatti era stato bloccato dalle autorità locali e gli era stato impedito di attraversare il confine con la Siria e infine rimandato in Austria dove era stato processato. Poi l'uscita dal carcere e lo spostamento per il Paese grazie forse proprio a quei documenti falsi avuti dalla banda di Milano.
I sette appartenenti all'organizzazione transnazionale sono tutti originari dell'Est Europa ma i loro affari li gestivano a Milano: gli arresti sono arrivati dopo un'inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo della Procura di Milano e condotta dalla Digos in collaborazione con la Direzione centrale della polizia di prevenzione. Le indagini nascono dagli approfondimenti avviati in seguito all'operazione antiterrorismo delle forze di polizia austriache che hanno svelato come la banda specializzata nei documenti falsi era perfettamente incastrata nel circuito del terrorismo internazionale. Fino agli arresti della polizia di Milano di oggi venerdì 11 giugno.
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