17 Marzo 2021
Con Ordinanza Cautelare R.G.n.1412/2021 del 09/03/20 il TAR del Lazio Rel. Cons. Dott. Dauno Trebastoni sospende il protoccolo della non-cura del CV19 imposto dall’Aifa e dal M.ro della Salute a tutti i medici di base per la cura domiciliare del CV19 secondo il quale in caso di paziente CV19 è stata imposta la “vigile attesa” e permesso di somministrare solo il “paracetamolo” ai pazienti causando nel più delle volte un aggravamento irreversibile della patologia virale anche in relazione alla circostanza che il paracetamolo, secondo la letteratura medica, riduce i livelli di glutatione il quale protegge le cellule dal danno indotto dal processo infiammatorio.
Giustamente il TAR ha evidenziato il diritto del medico di curare e del malato di essere curato secondo “scienza e coscienza” da parte del professionista medico ancor più laddove esistono farmaci idonei a contrastare la patologia indotta dal CV19 e che il ritardo imposto dal protocollo AIFA costituisce un “attesa pregiudizievole” per il malato ed anche sotto altro profilo per il medico curante evidentemente non più in grado di curare per l’aggravarsi della situazione.
Ad evidenziare l’assurdità di tale protocollo il Medico coraggiosamente ribelle insieme ad altri impavidi, dott. Andrea Stramezzi il quale afferma durante la trasmissione di Radio Radio Web : “i malati si curano non si lasciano da soli a casa in attesa che divengano gravi Non esiste che una malattia non venga curata” tutti i medici devono curare, soprattutto se esistono i farmaci che migliorano la situazione”, per prevenire la seconda fase del CV109 della tempesta citochinica assimilando la dinamica dell’infezione da CV19 ad una malattia autoimmune .
Viene riaffermato il principio assoluto della libertà di cura del medico secondo “scienza e coscienza” contro il pensiero unico dei burocrati di Stato dell’Aifa e dei vari Ministeri ed Istituti nessuno dei componenti dei quali svolge l’attività di medico curante a contatto con il paziente al contrario di tutti gli altri medici.
Di quanti ricoveri e quanti morti, di quanta sofferenza ed angoscia, di quante spese a carico del sistema sanitario nazionale, di quanti danni all’economia questi incompetenti dell’Aifa e vari complici sono responsabili, questa è l’Italia della cinica burocrazia che potrebbe essere sintetizzata dalle parole intercettate del Commissario Arcuri “distributrice di Morte”.
Dobbiamo anche tributare un particolare riconoscimento al Medico Riccardo Szumusky mediaticamente diffamato per aver curato tutti i propri pazienti violando i protocolli dell’Aifa ed averlo comunicato al mondo impaurito e sottomesso al pensiero unico di Stato.
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