30 Settembre 2025
Milano, cuore pulsante della Fashion Week Primavera/Estate 2026, ha ospitato l’ultima sfilata Emporio Armani disegnata dallo stilista, un evento che chiude un capitolo importante della maison con grazia e poesia. La sfilata Emporio Armani è una carezza che arriva morbida e potente. È quella di un visionario che ha fatto del pragmatismo la sua arte, del suo lavoro la propria vita, mettendosi al servizio di una praticità, quella della donna e dell’uomo, necessaria nel quotidiano e nella vita.
La collezione nasce dal desiderio di catturare l’impulso e il sentimento mutevole che si porta con sé tornando in città dopo un viaggio. In quel breve momento, prima che i ricordi scoloriscano, il quotidiano si tinge di forme e motivi che arrivano da lontano, vivendo una libertà speciale, una leggerezza indefinibile. Gli ikat, i pantaloni ampi che si stringono al fondo, le chiusure a kimono e gli obi, così come le piccole cuffie di rafia crochet, le sacche nomadi e i sandali piatti dalle punte pronunciate, richiamano un altrove evocato con chiarezza e poi subito stemperato in un guardaroba cittadino fatto di giacche, spolverini, parka, pigiama, tute e gonne corte.
La silhouette è fluida e dinamica ma sempre composta, animata da variazioni cromatiche che vanno dal beige al nero, passando per tonalità fredde e neutre con tocchi di grigio minerale. Il gilet, capo simbolo della collezione, ritorna in numerose varianti, mentre i codici classici dell’abbigliamento vengono costantemente rimescolati fino ad arrivare alla sera impalpabile, fatta di leggerissimo nylon. È un’idea del vestire spontanea, eppure precisa, dove leggerezza e funzionalità convivono armoniosamente.
La collezione Emporio Armani parla di ritorni, che sanno di ritrovamenti, di uno stile spesso accusato di rimanere troppo sé stesso e poco incline ad osare, ma che in realtà nasconde la vera identità di cosa significhi vestire Armani. Le forme leggere e allungate, i colori neutri e il dialogo mai interrotto tra maschile e femminile riassumono lo stile della maison nella chiave di Emporio: marchio contenitore di ininterrotte suggestioni multiculturali in cui perdersi e ritrovarsi ogni volta.
Il risultato è un guardaroba urbano e cosmopolita, capace di portare con sé frammenti di viaggi e ispirazioni esotiche senza perdere coerenza con il vivere quotidiano. Giacche, parka, tute e gonne si alternano a dettagli eterei come sandali piatti e accessori in rafia crochet, in un equilibrio perfetto tra leggerezza estetica e praticità reale. La collezione celebra il ritorno alle radici, la continuità dello stile Emporio Armani e il dialogo tra tradizione e modernità, in una passerella sospesa tra città e altrove, tra sogno e realtà.
La sfilata si è chiusa tra applausi scroscianti e occhi luminosi, e come a raccogliere il testimone di un sogno, Silvana Armani, nipote dello stilista scomparso, è apparsa in passerella. La sua presenza, delicata e solenne, ha incarnato l’eredità di un’arte fatta di eleganza, rigore e visione, quella che Re Giorgio ha donato al mondo e che continuerà a brillare attraverso i suoi abiti, i suoi accessori. Una moda scolpita nel tempo destinata a diventare storia.
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