16 Agosto 2025
E’ morto a Prato l’imprenditore Marco Duradoni
E’ morto a Prato l’imprenditore Marco Duradoni, conosciuto nel campo dell’industria cinematografica e dell’home video. Aveva 75 anni.
Si è spento a Prato all’età di 75 anni Marco Duradoni, figura storica dell’industria cinematografica toscana, tra i primi in Italia a intuire le potenzialità delle videocassette e, in seguito, dei DVD, quando i lettori VHS erano ancora un oggetto raro. Duradoni propose a Mario Cecchi Gori l’acquisto di quasi tutta la library del celebre produttore toscano per trasformare i film in videocassette e DVD, aprendo così un mercato che all’epoca era quasi inesistente. Nel tempo divenne socio dei Cecchi Gori anche in avventure televisive meno fortunate come TMC e Canale 10, ma la sua vera passione restò sempre la distribuzione. Con l’esplosione della moda del “cinema stracult”, seppe intercettare il pubblico giovane, vendendo grandi quantità di titoli come Attila, flagello di Dio con Diego Abatantuono e Arrapaho di Ciro Ippolito. Amico di Roberto Benigni e di molti comici della regione, realizzò il DVD dello spettacolo Pinocchio con Massimo Ceccherini, Alessandro Paci e Carlo Monni, e produsse diversi film di distribuzione limitata sul territorio. Da giovane è stato consigliere comunale con la Dc, poi socio della Curia in Tv Prato. Un’altra grande perdita per la città di Prato. Con lui se ne va un imprenditore visionario, capace di cogliere per primo le opportunità offerte da nuovi mercati e di lasciare un segno profondo nella storia del cinema italiano. Il Ricordo di Francesco Melzi d’Eril, noto per aver co-prodotto e distribuito molti dei film di Luca Guadagnino. “Marco Duradoni ci ha lasciato. Molti qui' non lo conoscevano. Lo voglio ricordare. E' stato un grande uomo di cinema, il n. 1 nella distribuzione prima home video, poi dvd. Un re ai tempi del dominio assoluto Cecchi Gori, poi come indipendente. Nei primi anni 2000 con Mikado abbiamo fatto una joint venture che chiamammo Dolmen (nome orrendo, credo, proposto da me). Per anni, ogni 1 o 2 settimane andavo da lui a Campi Bisenzio per controllare la situazione. Marco era un "commerciante" di cinema senza l'ego che contraddisgue quasi sempre chi lavora in questo settore (incluso chi scrive) Amico di Roberto Benigni ha sempre alutato e sostenuto una pletora di registi, spesso toscani che si incontravano alle sue feste di Natale. La cena natalizia era un evento. Paventava sempre l'arrivo di Benigni (che non arrivava mai). in compenso c'erano II Paci, II Monni, comici fiorentini di seconda fila, produttori come Ciro Ippolito (arrapaho), qualche politico, collaboratori e partner come Fandango (Pignataro sempre presente, Procacci, mai visto). E sempre presenti madre e figlio russi, distributori di grandi classici sovietici poi coinvolti in una brutta storia di truffe e trovati poi morti. Un giorno di luglio caldissimo mi porto' al funerale di un notabile DC di Prato. Siamo arrivati prima di tutti e sul sagrato della chiesa abbiamo cominciato a fare e ricevere condoglianze come se il defunto fosse stato uno di famiglia. Amici Miei. Uno dei suoi pochi vezzi era quello di venire a fine ottobre all'AFM di Santa Monica e affittarsi una Mustang per andare in giro per LA. Era felice. Aveva la politica nel sangue. La politica della provincia italiana. Si vantava di avere lanciato Renzi come Presidente della Provincia di Firenze. Ogni tanto mi telefonava per chiedermi la disponibilita'a qualche posizione istituzionale di rilievo. Mi mettevo a ridere perche' non faceva per me e nessuno mi avrebbe mai offerto un bel piffero. Dopo qualche mese gli chiedevo se ne sarebbe venuto fuori qualcosa e lui mi rispondeva con fare complice che le cose si stavano mettendo bene. Odiava i massoni ma avrebbe potuto esserlo. Era ironico, intelligentissimo, sboccato e umano. Gli ho voluto bene”.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia