10 Luglio 2022
Una stagione estiva decisamente estrema con temperature bollenti, siccità e mancanza di bollicine. Negli scaffali dei supermercati, infatti, potrebbe scarseggiare l’acqua frizzante e, a breve, anche le bevande gassate. La causa di tutto ciò è la scarsità di anidride carbonica ovvero il biossido di carbonio che viene inserito nei liquidi per renderli briosi e spesso più apprezzati dai consumatori finali. Il fenomeno deriva, come sta accadendo per numerose altre produzioni alimentari e non, dall’impennata dei costi dell’energia elettrica. Alcuni ritengono che in questo momento produrre CO2 è antieconomico, poiché gli aumenti generalizzati delle tariffe e dei trasporti incidono in maniera pesante sulla disponibilità dei prodotti. Il prezzo può variare molto sia a seconda della distanza dal luogo di approvvigionamento, sia dagli stock. Al di là della possibile accezione negativa legata alle emissioni e all’inquinamento atmosferico, la CO2 è in realtà un composto atmosferico naturale, essenziale poiché parte dei cicli biogeochimici senza i quali la vita non sarebbe possibile, con diverse applicazioni in vari settori fondamentali per la nostra economia, dal sanitario all’industriale. Serve, per esempio, per il trasporto dell’energia, come refrigerante o liquido di raffreddamento. L’utilizzo più evidente e diffuso è tuttavia nel settore alimentare, dove la CO2 serve non solo per gassare le bevande ma anche per preparare i surgelati e per contribuire alla conservazione delle confezioni di alimenti in atmosfera modificata.
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