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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Sinner, io e i “peccatori” di gola. Una serata al Belmond Caruso é un match di sapori di costiera.

09 Giugno 2025

Insieme al menu’ stellato  é servito anche l’ I Pad al ristorante Belvedere nel giardino profumato di glicini, gelsi, ortensie e oleandri sotto la cupola stellata del Belmond Caruso di Ravello, l’albergo più top della Costiera. E’ comincia il banchetto dei sensi. 
Siamo incollati allo schermo per la madre di tutte le finali al Roland Garros tra  Sinner e Alcazar ( i due giocatori di tennis più forti di tutti i tempi). Le bollicine da Grande Evento non possono che essere Dom Perignon 2015, per l’espertissima sommelier Carmen Acampora, ha un gusto equilibrato. Che si presta al gioco del match in corso. Inizia equilibrato Sinner, tutto ragione e istinto, domina i primi due set. 
Passiamo a un Dom Perigno 2013, definito l’eroico, perché sopravvissuto a un inverno rigido. E' davvero eroica, à bout de souffle, come direbbero i francesi, la rimonta di Alcaraz sul rosso più celebre del tennis.
Anche ai fornelli si giocano la “partita” amichevole lo chef Armando Aristarco, patron de maison, e Rocco De Santis ( due stelle Michelin) in trasferta dall’Hotel Brunelleschi di Firenze.  Contro il cannavacciulismo dilagante due grandi chef di nicchia, d’aplomb  per un raffinato parterre internazionale. Sono passati per il Caruso Belmond Jeff Besoz e Mark Zuckerberg, parliamo degli uomini più ricchi del pianeta.
 Si comincia alla grande con Ostrica al burro bianco di calamaro e gel di peperoncino con tartellette di anguilla e fake cherry ( finta cilegia) profumata al tosazu. Sapete cos’e? Io no, é un aceto di riso giapponese fermentato.  Fino all’ultimo respiro ci tiene  inchiodato il tie-break sul tappeto rosso, unica distrazione concessa, mentre il cielo sfuma nelle nuance del tramonto, é il gambero rosso di Mazara del Vallo, panzanella all’agro e zuppetta di olive Nocellara. Il gioco si fa duro e entra in campo  il Dom Perignon Vintage 2012, poesia pura, scorre in gola con l’armonia di un agnello al sangue ( cotture perfetta) dei Monti Lattari con riso campano croccante ( eh, si perchè siamo diventati eccellenza anche nella produzione del riso). 
Sinner recupera, ma perde per un soffio. I grandi si riconoscono anche nella sconfitta. Per punteggio rimane sempre il numero uno al mondo. E noi siamo arrivati al pre/dessert: un bandana setosa nei colori del Caruso, griffata Isaia, l’haute couture della Sartoria. 
Sgranocchiamo la nocciolata di Giffoni e gemme di patisserie di antiche ricette del Caruso che era un convento nell’undicesimo secolo.  Aspettando il prossimo match ci specchiamo nell’infinitive pool sospesa tra cielo e mare.

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