31 Agosto 2020
Saldatore (foto Pixabay)
Le ultime stime Istat sono peggiori rispetto a quelle iniziali. L'Istituto ha rivisto al ribasso quelle del secondo trimestre: il calo è stato pari al 12,8% rispetto al trimestre precedente e al 17,7% rispetto all'anno precedente. La stima preliminare che era stata diffusa il 31 luglio scorso evidenziava una contrazione del 12,4% su base congiunturale e del 17,3% su base tendenziale. Il 'peggioramento' risulta quindi dello 0,4% sia su base tendenziale sia su base congiunturale. Il secondo trimestre del 2020 ha avuto una giornata lavorativa in meno sia rispetto al trimestre precedente sia nei confronti del secondo trimestre del 2019.
Secondo l'Istat "a trascinare la caduta del Pil è stata soprattutto la domanda interna, con un apporto particolarmente negativo dei consumi privati e contributi negativi rilevanti di investimenti e variazione delle scorte". Anche la domanda estera "ha fornito un apporto negativo", per la riduzione delle esportazioni più decisa di quella delle importazioni. "La contrazione dell’attività produttiva - conclude l'Istat - si è accompagnata a una marcata riduzione dell’input di lavoro in termini di ULA e ore lavorate, mentre le posizioni lavorative hanno subito un calo meno marcato".
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