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Gruppo 24 ORE presenta il Report sul settore della COSMESI in collaborazione con l’Area Studi Mediobanca

09 Luglio 2020

24 ORE Ricerche e Studi si arricchisce di una nuova linea di prodotto

La produzione mondiale di articoli cosmetici (o ‘beauty’) è stimabile in 400 miliardi di dollari, mentre la spesa pro-capite mondiale in beauty è pari a 66 Usd. L’Italia occupa la posizione di quarto produttore europeo e nono al mondo con vendite per 11,9 miliardi di dollari, preceduta in Europa da Germania, Francia e Regno Unito.

L’intera filiera della cosmetica italiana, compresi i fornitori soprattutto di packaging, arriva a circa 16 miliardi. La Gdo rappresenta il principale canale di vendite in Italia con una quota attorno al 45%, seguita da profumerie (20%) e farmacie (18%). L’unico canale in crescita durante il lockdown è stato l’e-commerce (+37%).

L’export l’ha fatta da padrone, passando dal 25,1% delle vendite nel 2009 al 43,4% del 2019. L’Italia è terzo esportatore europeo con 5,4 miliardi di euro e il sesto mondiale.

Sono questi alcuni dei numeri presenti nel Report COSMESI elaborato da 24 ORE Ricerche e Studi in collaborazione con l’Area Studi di Mediobanca.

24 ORE Ricerche e Studi è la nuova Area del Gruppo 24 ORE che realizza analisi complete e dettagliate dei singoli settori di mercato con un altissimo livello di approfondimento, garantiti dalla serietà e tradizione del marchio Sole 24 Ore. Dopo l’esordio a fine maggio di una prima linea di prodotto, Mercato Italia, Europa, Mondo, realizzata internamente con l’Ufficio Studi del Sole 24 Ore e un primo report sull’ENERGIA, l’offerta si arricchisce ora di una seconda linea di prodotto realizzata in partnership con Area Studi Mediobanca, Mercato Italia, che vede il primo report dedicato al settore della COSMESI.

Entrambe le linee realizzano Report di oltre 200 pagine sui singoli settori industriali e di mercato, analizzando bilanci degli ultimi 5 anni delle società quotate e non quotate.

Viene inoltre proposto un Outlook di settore, realizzato da Strategic Management Partners, corredato da una Ceo’S Agenda. Il Report, che parte da una visione sintetica del business a livello mondiale individuando i maggiori Paesi produttori, inquadra il ruolo delle imprese italiane sui mercati internazionali e ne analizza le performance. Particolare attenzione viene posta a temi quali import/export, governance, operazioni di M&A, delocalizzazioni, dinamiche commerciali e affidabilità creditizia. Sono inoltre esaminati i principali parametri di valutazione: marginalità, generazione o distruzione di valore, redditività del capitale, investimenti, produttività, costo del lavoro.

Report COSMESI

Nel Report COSMESI emerge che le imprese italiane del beauty con fatturato superiore a 10 milioni sono 195, con vendite pari a 12,1 miliardi di euro e oltre 39mila dipendenti. Prevalgono le attività produttive (6,4 miliardi) su quelle commerciali (5,6 miliardi). Tra le imprese manifatturiere, quelle che producono a marchio proprio fatturano 4,4 miliardi, mentre i terzisti sono appena sopra i due miliardi. Nel commercio, i grossisti con 3,4 miliardi superano i dettaglianti a 2,2 miliardi.

Il fatturato 2018 conferma i cinque migliori player italiani: l’Oreal italia azienda multiprodotto a 870,4 €mln, Intercos  a 691,6, €mln, KIKO a 592,5 €mln (entrambe aziende di make-up), Sodalis, il cui principale settore di attività è l’igiene della persona, a 422,2 €mln e infine Euroitalia, azienda di profumi  a 395,5€mln.

Le imprese italiane del make-up segnano ricavi per 2,8 miliardi (23% del totale italiano), quelle dell’igiene della persona per 2,1 miliardi (18%), i prodotti per capelli, le creme e i profumi sono attorno al 10% del totale. Le imprese multiprodotto a controllo straniero sono una parte importante della produzione con vendite per 1,5 miliardi, ancora marginale la nicchia della cosmesi naturale (0,6 miliardi). La presenza straniera in Italia è molto rilevante e vale oltre un terzo della produzione a 4,3 miliardi, con i francesi che soli fatturano 1,8 miliardi di euro. In generale la presenza straniera è molto forte nel commercio (60% del giro d’affari italiano), nella cosmesi naturale (57%) e nelle creme (50%). Gli store al dettaglio di cosmesi multimarca sono per il 55% in mano a imprese straniere.

Uno sguardo al futuro

Se nel 2020 il fatturato dell’industria mondiale del beauty dovesse ripiegare nella stessa misura per cui è atteso flettere il PIL (-4,5%), la produzione mondiale di beauty, tornerebbe solo nel 2022 su livelli (circa 410 miliardi) superiori a quelli del 2019. Nel 2025 mancherebbero circa 40 miliardi di ricavi rispetto allo scenario pre Covid.

Circa lo scenario italiano, è ragionevole attendere che il lockdown del 2020 abbia penalizzato principalmente i prodotti il cui utilizzo ha risentito della limitata socialità, principalmente il make-up e i profumi, e quelli la cui diffusione è legata alle attività commerciali, specificamente tutte le linee professionali.

In generale, comunque, giocano a favore del beauty la sua storica resilienza alle fasi recessive (c.d. ‘lipstick effect’), la forte brand awareness di cui godono i nostri prodotti, la buona solidità patrimoniale delle imprese – il settore conta disponibilità liquide pari a circa 1,5 miliardi – e, infine, la discreta presenza produttiva all’estero che potrebbe compensare la caduta produttiva domestica.

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