10 Giugno 2020
Il Pil dell'Italia potrebbe avere un crollo del 14% nel 2020 per poi risalire del 5,3% nel 2021 nel caso in cui ci dovesse esserci una seconda ondata di Coronavirus. Se invece si eviterà il ritorno della pandemia, il Pil dovrebbe subire un calo dell'11,3% nel 2020 e risalire del 7,7% nel 2021. Questo è quanto riportano le Prospettive economiche elaborate dall'Ocse.
La crisi generata dal coronavirus ha rappresentato "un passo indietro degli sforzi per giungere ad una crescita più forte ed inclusiva. Le misure d'urgenza per far fronte alle ricadute economiche della crisi sono giustificate e si dovrebbero completare e raddoppiare gli sforzi per proseguire un ambizioso programma di riforme strutturali". Secondo l'Ocse inoltre "continuare ad estendere il sostegno nei settori in cui la domanda potrebbe tornare rapidamente può evitare la disoccupazione e accelerare la ripresa". "Al di là dei rischi di breve termine legati alla crisi pandemica - scrive ancora l'Ocse nella scheda consacrata all'Italia delle Prospettive Economiche - il principale rischio riguarda la forza e la durata della ripresa. Il settore del turismo in Italia è particolarmente vulnerabile ad una crisi prolungata dello scenario cosiddetto a 'doppio impatto' (vale a dire con una seconda ondata di virus nel 2020,ndr.), perché il turismo rischia di indebolirsi a medio termine come anche le piccole imprese del settore, 52.000 solo per quanto riguarda gli alloggi".
Un'eventuale seconda ondata di coronavirus potrebbe anche peggiorare il valore del debito pubblico dell'Italia che potrebbe passare dal 134,8% del 2019, al 169,9% del 2020, per poi riscendere al 165,5% nel 2021. Nel caso in cui la seconda ondata non si dovesse verificare il debito pubblico potrebbe passare dal 134,2% del 2019 al 158,2% del 2020, per poi riscendere al 152,2% del 2021.
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