18 Marzo 2025
Il centrocampista della Fiorentina, Edoardo Bove, ha ricordato il malore improvviso che lo ha colpito l'1 dicembre 2024, al 16esimo minuto della partita contro l’Inter. In ospedale, gli venne poi impiantato un defibrillatore sottocutaneo. Ha spiegato che cosa è accaduto e che cosa desidera fare nel futuro.
Ospite di Passa dal BSMT, il podcast curato da Gianluca Gazzoli, Edoardo Bove ha ricordato il malore improvviso in campo. “Quando mi sono svegliato all’ospedale non ricordavo nulla, ma mi hanno raccontato che in ambulanza cercavo di mordere tutti, ero abbastanza indemoniato”. “Ricordo il primo quarto d’ora della gara, il gol poi annullato a Lautaro, io avvertivo già un po’ la testa girarmi anche se il cuore lo sentivo battere normalmente. Mi sono abbassato, ho provato a rialzarmi ma sono andato giù. Ma senza sentire nulla al petto – ha dichiarato Bove –. Più avanti ho voluto rivedere il momento in cui ho perso i sensi, all’inizio quelle immagini non mi hanno infastidito, rivedendole dopo un po’ di tempo è stato come tornare indietro e per questo un po’ mi ha turbato. Talvolta mi chiedo perché è successo proprio a me, perché gli altri possono giocare e io no. Però ho capito poi che sono stato molto fortunato, per questo quasi mi sento in colpa quando mi pongo certe domande”.
Il defibrillatore sottocutaneo potrà proteggerlo dall’eventuale manifestarsi di una fibrillazione ventricolare, ma Bove non potrà più giocare a calcio a livello agonistico in Italia perché la legge non lo consente. “Nel futuro dovrò fare delle visite importanti che mi diranno se posso togliere il defibrillatore e in tal caso che cosa poi dovrei fare. Dopo il malore ho sentito Eriksen, è stato molto gentile, mi ha dato molti consigli - ha detto Bove prima di parlare della possibilità di giocare all’estero -. Lo farei, lo devo a me stesso e per tutti i sacrifici che ho fatto. Sono ancora giovane, non posso pensare di mollare, l’idea di smettere di giocare a calcio per me è inconcepibile”.
Bove ha poi aggiunto: “So chi è Edoardo con il calcio, ma senza ho pausa di scoprirlo. Ovviamente è importante anche stare bene mentalmente, se non mi sentissi sicuro senza il defibrillatore cambierebbe tutto. Ancora non c’è nulla di definito e ciò mi fa ben sperare per il futuro. I medici mi hanno subito avvertito che impiantare questo salva vita era la cosa migliore, sto imparando a conviverci, quando dormo su un certo lato o faccio certi movimenti lo sento”.
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