24 Ottobre 2024
Lo ha detto il presidente Eugenio Giani intervenuto oggi al convegno “Dop e Igp tra identità e promozione - La Toscana del cibo: un viaggio nel gusto tra prodotti, persone e territori” organizzato nell’ambito della seconda giornata di Buyfood Toscana 2024 a Palazzo Bastogi, a Firenze. “I primati – continua il presidente - iniziano col numero di occupati in agricoltura in Toscana, un più 12,8%, in controtendenza con la media nazionale. Per continuare con la superficie coltivata a biologico, il 37,5%, che oltre a rappresentare un dato di qualità dei prodotti rappresenta anche uno stile di vita. E poi, il record degli Igp e dei Dop. addirittura 90, una realtà che si lega a una enogastronomia altrettanto speciale di cui si possono fregiare i tantissimi agriturismi, una rete di oltre 5500, il più alto numero in Italia, dove l’agricoltura si sposa al paesaggio, al turismo, una rete che abbiamo arricchito e articolato con leggi che oggi si occupano anche di enoturismo e oleoturismo. Grande è dunque l’impegno della Toscana sull’agricoltura e BuyFood ne può mostrare gran parte dei risultati”. “Il bilancio di BuyFood è sempre molto positivo – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – possiamo contare su percentuali altissime di contatti trasformati in contratti e le imprese sono sempre molto soddisfatte perché riscontrano una crescita costante dei loro clienti e la possibilità di raggiungere paesi esteri che altrimenti non avrebbero potuto raggiungere. Quest’anno agli Stati Uniti e alla Germania si è aggiunto un ritorno importante, quello dei Paesi dell’Est e poi Taiwan, una new entry, e il Giappone. Paesi molto importanti e tutto questo consente di offrire alle aziende opportunità preziose che altrimenti non avrebbero. Aggiungo che l'agroalimentare è anche un driver eccezionale per il turismo che ormai vede nella nostra regione, non solo le bellezze storico-artistiche e culturali, ma anche la possibilità di assaggiare la qualità dei suoi prodotti e delle sue produzioni”. “L'agrifood toscano - ha detto Massimo Manetti, presidente della Camera di Commercio di Firenze - con le sue eccellenze, é uno dei punti di forza dell'economia e dell'immagine della Toscana nel mondo. BuyFood Toscana, evento B2B per eccellenza, è la vetrina internazionale di questa realtà che vede collaborare con successo da anni la Regione Toscana e la Camera di commercio di Firenze attraverso la sua azienda speciale PromoFirenze”. Una “miniera d’oro” da 3,7 miliardi. A tanto ammonta il valore della produzione agricola della Toscana, che nel 2023 si conferma la prima regione in Italia per superficie destinata a produzioni certificate (IG food) con oltre 75mila ettari, pari al 12,3% del totale regionale (612.880 ettari). Un dato che supera di cinque volte quello nazionale, attestato al 2,3%. La Toscana è inoltre la prima regione per la crescita degli occupati del settore (+12,8%), andando in controtendenza rispetto alla media italiana, che ha visto una contrazione degli addetti del 3,1%. Tante anche le imprese guidate da donne, che rappresentano il 30,6% del totale, contro il 27,9% del dato nazionale. Questi alcuni dei dati contenuti nel report ISMEA realizzato ad hoc per la sesta edizione di Buy Food Toscana, la vetrina internazionale del gusto made in Tuscany che quest’anno, per la parte BtoB, ha portato al Palazzo degli Affari di Firenze 65 produttori certificati DOP, IGP, Agriqualità, Biologico e con Prodotto di Montagna e PAT, selezionati tramite bando regionale e 39 buyer stranieri provenienti da 19 paesi del mondo, per stringere nuovi accordi commerciali o consolidare i rapporti esistenti. LA DOP ECONOMY – Ad illustrare i dati è stato Fabio del Bravo, dirigente della Direzione Filiere e Analisi dei Mercati di ISMEA, intervenendo nel corso del convegno “La Toscana del cibo: un viaggio nel gusto tra prodotti, persone e territori”, che ha visto l’apertura del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, insieme alla vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi, al presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo e al presidente della Camera di Commercio di Firenze, Massimo Manetti. Nel report dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare si evidenzia come la Toscana sia la regione leader per numero di registrazioni IG, con 90 prodotti tra DOP e IGP3 di cui 32 prodotti alimentari e 58 vini. Nel 2022 (anno di riferimento della ricerca per gli IG food) il comparto delle IG food toscane, grazie al contributo di 11.785 operatori, ha generato un valore alla produzione di 179 milioni di euro (+1,2% su base annua e +17% dal 2019), pari al 55% del valore delle IG prodotto nel Centro Italia e al 13% del fatturato complessivo delle IG regionali (food + wine), che ammonta a 1,4 miliardi di euro. Anche per il 2023, i dati indicano una ulteriore crescita del valore complessivo delle IG food regionali di circa il 6%. Sei i prodotti che, insieme, rappresentano l’88% del valore delle IG toscane: tra questi il Prosciutto Toscano DOP, i Cantuccini Toscani IGP e il Pecorino Toscano DOP contribuiscono con circa il 20% ciascuno, mentre olio Toscano IGP, Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP e Finocchiona IGP si attestano a poco meno del 10% a testa. La ricerca ISMEA mette poi in luce come l’enogastronomia si confermi driver fondamentale per veicolare parte dei flussi turistici nelle aree rurali. Oltre al vino - vera e propria icona del made in Tuscany nel mondo - e all’olio esistono numerose altre produzioni di eccellenza, anche di piccola scala, che potrebbero beneficiare della valorizzazione turistica delle imprese agricole, accompagnando i visitatori in esperienze a diretto contatto con i produttori. IL CONVEGNO – Durante la mattinata di lavori ospitata a Palazzo Bastogi, nel cuore di Firenze, è emerso che la Toscana è prima in Italia per numero di comuni con specifica vocazione “culturale, storica, artistica e paesaggistica” (sono 88, pari al 17% del totale nazionale). Ed è proprio grazie alla diffusa presenza di quelli che possono essere definiti “fattori di attrazione territoriali” che nel 2023 la Toscana ha attratto oltre 14,5 milioni di turisti (+13% sul 2022) e circa 46 milioni di pernottamenti (+7,5% sul 2022) confermandosi ai primissimi posti tra le regioni italiane per appeal turistico. A questo proposito - ha sottolineato nel suo intervento Stefania Saccardi, vicepresidente e assessora all’Agroalimentare della Regione Toscana - il nuovo Regolamento europeo sulle Indicazioni Geografiche investe i Consorzi di tutela delle produzioni IG di un ruolo informativo e promozionale, che può essere esercitato anche attraverso attività specifiche di comunicazione e marketing tese a promuovere la fruizione in chiave turistica dei luoghi di produzione. Le potenzialità per le IG food toscane in tal senso appaiono evidenti e vanno lette anche in relazione al posizionamento di eccellenza che la regione ha nella produzione biologica e nelle attività agrituristiche. Sulla stessa linea Francesco Palumbo, direttore di Fondazione Sistema Toscana, che ha posto l’accento sul legame tra food e promozione turistica, presentando i dati sulle performance del sito di destinazione Visittuscany.com, che nei primi 6 mesi 2024 ha registrato 3,9 milioni di visualizzazioni delle pagine (+8,2%), 9,2 milioni di visualizzazioni su Facebook, 4,3 milioni su Instagram ed 1 milione su TikTok. In particolare, sono cresciute le ricerche sul binomio food and wine: da ottobre 2023 a settembre 2024, questi contenuti hanno ottenuto quasi 600mila visualizzazioni nelle cinque le lingue del sito (italiano, inglese, tedesco, spagnolo e francese), quelle in italiano sono cresciute del +53,6% rispetto al periodo precedente, e quelle in inglese del +67%. Tra i relatori della mattinata anche Giovanni Belletti, professore di Economia Agraria dell’Università di Firenze, che ha parlato delle sinergie tra indicazioni geografiche e turismo. Un binomio da sviluppare ulteriormente, facendo leva sulla possibilità di consorzi e produttori di sfruttare i propri prodotti per la promozione del territorio e della relativa offerta gastronomica. A contribuire al dibattito anche Francesco Tapinassi, direttore Toscana Promozione Turistica e Silvia Scaramuzzi, professoressa di Economia agraria, alimentare ed estimo rurale dell’Università di Firenze, che nel corso del suo intervento ha evidenziato le innumerevoli potenzialità dei prodotti certificati come volano di promozione turistica di un territorio passando dal Forest bathing (camminare nelle foreste per disintossicarsi dallo stress, alla scoperta dei prodotti e colori del territorio) o del Castaneoturismo che sta prendendo piede in Toscana, in particolare sul Monte Amiata. L’EXPORT – Nel 2023 l’export dei prodotti agroalimentari toscani si è attestato a 3,5 miliardi di euro, pari al 6,1% dell’intero export regionale. Un valore che è cresciuto negli ultimi 5 anni ad un tasso medio annuo dell’8,3%. Tra i principali prodotti esportati il vino, che rappresenta più di un terzo dell’export agroalimentare toscano in valore e l’olio extravergine d’oliva, che pesa per il 23%. Il 53% dei mercati di riferimento è al di fuori dell’Unione Europea, con gli Stati Uniti che, da soli, arrivano al 25%. Per quanto riguarda i paesi UE, Germania e Francia sono i più consistenti, ciascuno con quote superiori al 10%. Supera invece i 79 milioni di euro il valore dell’export degli IG food toscani, nel 2022, con l’olio Toscano IGP che continua ad essere il prodotto di punta dell’export regionale con circa 25 milioni di euro. Seguono i Cantuccini IGP con 21,5 milioni di euro (+1% sul 2021), il Prosciutto Toscano DOP con 16 milioni di euro (+2% sul 2021) e il Pecorino Toscano DOP con 9,4 milioni di euro. USA e Germania si confermano invece i principali mercati di riferimento per le esportazioni di prodotti IG toscani, di cui assorbono complessivamente più del 60% del valore. I CONSUMI - Tra i principali prodotti IG toscani, nel 2023 si registra una ripresa delle vendite in valore degli oli IG toscani pari al +5,2%, ed un significativo incremento della categoria dei derivati dei cereali (+27,3%), rappresentati da Cantucci toscani IGP, Panforte di Siena IGP, e Ricciarelli di Siena IGP. Relativamente agli oli IG toscani, le vendite nella grande distribuzione rappresentano il 12,1% delle vendite in volume e il 14,6% delle vendite in valore di tutti gli oli IG italiani, con un valore di oltre 7,4 miliardi di euro. Buy Food Toscana 2024 è un evento di Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze, organizzato da PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana. L'evento, alla sua sesta edizione consecutiva, si avvale della sinergia di Vetrina Toscana, il progetto regionale che promuove il turismo enogastronomica. Una “miniera d’oro” da 3,7 miliardi. A tanto ammonta il valore della produzione agricola della Toscana, che nel 2023 si conferma la prima regione in Italia per superficie destinata a produzioni certificate (IG food) con oltre 75mila ettari, pari al 12,3% del totale regionale (612.880 ettari). Un dato che supera di cinque volte quello nazionale, attestato al 2,3%. La Toscana è inoltre la prima regione per la crescita degli occupati del settore (+12,8%), andando in controtendenza rispetto alla media italiana, che ha visto una contrazione degli addetti del 3,1%. Tante anche le imprese guidate da donne, che rappresentano il 30,6% del totale, contro il 27,9% del dato nazionale. Questi alcuni dei dati contenuti nel report ISMEA realizzato ad hoc per la sesta edizione di Buy Food Toscana, la vetrina internazionale del gusto made in Tuscany che quest’anno, per la parte BtoB, ha portato al Palazzo degli Affari di Firenze 65 produttori certificatiDOP, IGP, Agriqualità, Biologico e con Prodotto di Montagna e PAT, selezionati tramite bando regionale e 39 buyer stranieriprovenienti da 18 paesi del mondo, per stringere nuovi accordi commerciali o consolidare i rapporti esistenti. Ottimo il riscontro da parte di operatori partecipanti, seller e buyer, con più di 600 incontri BtoB che si sono svolti durante i due giorni dell’evento, ed un totale di 1800 degustazioni di prodotti certificati toscani. MASTERCLASS Nella giornata conclusiva, la stampa di settore ha potuto partecipare a due masterclass di approfondimento su singoli prodotti e Consorzi del territorio, in alcuni ristoranti fiorentini aderenti alla rete di Vetrina Toscana. Gli incontri sono stati moderati da giornalisti di ASET – Associazione Enogastroagroalimentare della Toscana, partner dell’evento. Tra i Consorzi e le Associazioni che hanno partecipato: l’Agnello del Centro Italia IGP, La Farina di neccio della Garfagnana DOP, l’Olio di Lucca DOP, il Marrone del Mugello IGP, la Cinta Senese DOP, i Cantuccini Toscani, il Miele della Lunigiana DOP e l’Olio Toscano IGP.
Il Consorzio per la tutela dell’Olio Extravergine di Oliva Toscano è la struttura consortile più rilevante dell’economia agraria regionale e tutela e garantisce il vero olio Toscano seguendo il rigido disciplinare di produzione e secondo gli standard interni ed internazionali. In sintesi: Nasce nel 1997 e ottiene nel 1998 per la denominazione Toscano, il riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP); Annovera oltre 8.000 soci, distribuiti sull’intero territorio regionale e più precisamente, senza eccezione, in tutte e dieci le province toscane; la compagine societaria è rappresentativa dell’intera filiera dei produttori, dei frantoi e dei confezionatori. Ciò rende il Consorzio notevolmente rappresentativo di uno dei prodotti simbolici della produzione e della cultura materiale toscana.Infatti esso rappresenta oltre il 20% degli oltre 36.000 produttori della regione (larga parte di questi ultimi, però, di piccolissime dimensioni ed esclusi dal mercato in quanto auto-consumanti), e ben il 60% dei frantoi toscani; valorizza con la sua garanzia di qualità e di origine poco meno di un quinto dell’intera produzione regionale, con circa due milioni e mezzo di chilogrammi di produzione certificata. Un trend questo, che al netto delle fluttuazioni dipendenti dalle diverse annate, mantiene valori costanti a garanzia di un sistema di controllo efficace che permette di considerare questa quantità come la platea di qualità, sicurezza e di origine certa dell’Olio Extravergine di Oliva Toscano sui mercati; quest’ultimi particolarmente ricettivi nelle crescenti quote di export che rappresentano oltre il 60% della produzione certificata. Copre quasi il 50% delle piante iscritte nella regione (oltre 6 milioni su 15).Ne consegue che il Consorzio, attraverso gli Associati, si trova a tutelare e a conservare una parte straordinariamente ampia del territorio e della risorsa “paesaggio toscano”, di cui peraltro è componente essenziale. La missione statutaria, oltre a tutto quanto connesso alla tracciabilità e alla certificazione del prodotto dei Soci, comprende la valorizzazione e la promozione dell’Olio Extravergine di Oliva Toscano Igp nei mercati domestici ed esteri. Il Consorzio, inoltre, fornisce servizio agli Associati e, coerentemente alla propria funzione, diffonde buone prassi tese a incorporare alla logica della qualità un numero crescente di produttori regionali, fino all’ambizioso obiettivo di certificare in misura prevalente la produzione dell’Olio Extravergine di Oliva Toscano per il consumo interno ed estero.
Miele della Lunigiana D.O.P. La prima informazione importante sul miele della Lunigiana D.O.P. è che è stato il primo miele in Italia ad avere il riconoscimento di Denominazione d’Origine Protetta nel 2004 e che ad oggi, a distanza di vent’anni, è ancora l’unico Miele D.O.P. della Toscana a dimostrazione di come sia difficile avere questo riconoscimento e della qualità del prodotto garantita dal territorio unico e dal disciplinare. La seconda informazione è che il Consorzio del miele della Lunigiana D.O.P. quest’anno compie vent’anni,in quanto nato ad Ottobre 2004, ma il percorso per il riconoscimento è iniziato molto prima e la storia dell’apicoltura in Lunigiana si perde nei secoli. La prima notizia è riportata nei libri dell’estimo generale della Comunità di Pontremoli dell’anno 1508 in quanto considerata un’attività di reddito e pertanto soggetta ad una tassa d’imposta su ogni alveare posseduto. La terza informazione fondamentale è che il territoriodi produzione del disciplinare, prevalentemente montano e comprendente 14 comuni della Lunigiana, coincide dal 2001 con il territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e dal 2015 con la Riserva della Biosfera del Parco stesso. Una ulteriore tutela per un territorio, che è rimasto incontaminato, poco antropizzato, per niente industrializzato e senza agricoltura intensiva. Queste caratteristiche territoriali, in una zona vocata all’apicoltura, sono all’origine di una qualità del prodotto uniche nel suo genere in Italia. Il Miele della Lunigiana D.O.P. è quindi un prodotto enogastronomico totalmente sostenibile, in quanto prodotto locale, a filiera corta, stagionale e plastic free.Un miele prodotto nel rispetto dell’ambientale, con la cura e la tutela del territorio; un miele inserito nelle tradizioni enogastronomiche e culturali del territorio; un miele sociale grazie alla coop Il Pungiglione che lo produce e ne cura la maggior parte della distribuzione, generando occupazione e reddito per gli abitanti del luogo, apicoltori e non solo. Il Miele della Lunigiana D.O.P. di Acacia ha una consistenza sempre morbida e si presenta di colore molto chiaro; l’odore è leggero e fruttato, poco persistente e confettato; il sapore è decisamente dolce, con aroma delicato, vanigliato e senza retrogusto, con sedimento povero di polline.Il Miele della Lunigiana D.O.P. di Castagno mantiene a lungo l’aspetto liquido, ma può presentare una cristallizzazione parziale ed irregolare; si presenta di colore ambra scuro, ha un odore penetrante e il sapore è persistente con componente amara; il sedimento è ricco di polline. Il Consorzio raggruppa gli apicoltori produttori, promuove e tutela la produzione del miele in ogni fase. Gli alveari devono essere censiti e presenti nella zona del disciplinare di produzione, come tutte le fasi di smielatura, lavorazione, conservazione e confezionamento per garantire al massimo la salvaguardia dalla qualità del prodotto, in quanto si evitano tutti i rischi di alterazione delle caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche.Il rispetto totale del disciplinare, con le caratteristiche territoriali, garantisce la rintracciabilità del prodotto, facilitando l’attività di controllo esercitata dall’Organismo autorizzato in tutte le fasi del processo produttivo.Il Miele della Lunigiana D.O.P. lo si può trovare in Coop, Esselunga, Conad, Pam, Eataly ed altri retaillers del Centro e Nord Italia. La certificazione della qualità del Miele della Lunigiana DOP, oltre al meraviglioso territorio sopra descritto, è data da un disciplinare di produzione, rigidamente controllato dall’Ente di certificazione BioAgricert di Bologna, con frequenticontrolli lungo tutta la filiera, dagli alveari in campo, alla raccolta del miele, dalla conservazione, all’invasettamento, con campionamenti e analisi a tutela della qualità e soprattutto del consumatore. Ogni vasetto di miele è contrassegnato dal sigillo di garanzia numerato. E’ stato avviato l’iter di riconoscimento Denominazione d’Origine Protetta, di altri tre mieli caratteristici per qualità del territorio della Lunigiana. Il Miele di Millefiori, il Miele di Erica, il miele di Melata, che contiamo di ottenere nel 2025.
L’olio DOP Chianti Classico
Caratterizzato da un piacevole sapore fruttato, sentori di carciofo crudo, erba fresca e mandorla, gradevolmente piccante sul palato, l’Olio DOP Chianti Classico è frutto ed espressione del territorio in cui viene prodotto, il Chianti, nel cuore della Toscana. Profumi e sapori che sono strettamente legati alle cultivar utilizzate (Frantoio, Correggiolo, Leccino, Moraiolo e Leccio del Corno) e all’ambiente di coltivazione delle olvie che il consumatore ritrova in questo olio “prezioso”, la cui qualità è garantita dalla DOP. L’Olio DOP Chianti Classico 2023. L’Olio DOP Chianti Classico 2023 si presenta con un colore verde brillante e delicate sfumature dorate; l’olfatto coglie sensazioni composite e molteplici: nell’ordine si avvertono prima profumi freschissimi di erbe di campo a cui seguono sentori di foglia di carciofo e mandorla verde, caratteristiche della Denominazione; non di rado si presentano originali spunti floreali in chiusura olfattiva; il gusto colpisce e si fa apprezzare per un deciso amaro di rucola in equilibrio con un piccante speziato di pepe che risulta particolarmente persistente al palato. Interessante è la conferma da più anni dell’eccezionale contenuto in polifenoli, componenti essenziali in un olio di qualità che voglia mantenersi intatto nelle sue caratteristiche originarie per lunghi mesi e di grande importanza per la nutrizione umana. Il 2023 ha visto la prima uscita in bottiglia di oli della varietà Leccio del Corno usata come monocultivar DOP Chianti Classico. I primi assaggi degli oli di questa cultivar in purezza confermano quanto di buono avevamo degustato l’anno scorso nelle prove di produzione effettuate da alcune aziende Socie del Consorzio. L’olio monocultivar DOP Chianti Classico che proviene da olive Leccio del Corno si presenta all’olfatto con un fruttato di media intensità e un fresco erbaceo che dona vivacità e prepara piacevolmente all’assaggio. Al gusto si esprime con note inizialmente morbide, passando in crescendo a sentori erbacei intensi con chiusura piccante che conferisce una personalità generale molto spiccata. Nel corso del 2023 si è avuta la possibilità di testare alcuni oli di altre meno conosciute monocultivar, sempre di origine rigorosamente toscana, che rientrano tra quelle che possono essere usate nei blend dell’olio Chianti Classico nella misura massima del 20%. Questi oli presentano caratteristiche interessanti, soprattutto per quanto riguarda la componente olfattiva e potrebbero rappresentare una notevole risorsa per dare nuovi impulsi di qualità ed originalità agli oli della DOP del Chianti Classico, a conferma della dinamicità della ricerca sensoriale caratteristica della nostra denominazione, senza mai rinunciare alla tipicità riconosciuta dei nostri oli.
Infine una buona notizia per il Pecorino Toscano DOP che arriva in Vietnam
Il Pecorino Toscano DOP, uno dei formaggi più rappresentativi della tradizione casearia italiana e toscana, arriva ufficialmente in Vietnam, aprendo un nuovo, importante capitolo nell'esportazione delle eccellenze agroalimentari italiane. “Alla domanda crescente di prodotti qualità da parte del Vietnam non poteva non rispondere il Pecorino Toscano DOP – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – Accompagniamo dunque con molto piacere e orgoglio questa grande occasione dell’arrivo sul mercato vietnamita di un prodotto che porta con sé tutte le caratteristiche dell’eccellenza e al tempo stesso una forte connotazione identitaria. Sono qualità preziose per far apprezzare a livello internazionale sapori e tradizioni tipicamente e unicamente toscani e offrirli a un pubblico di consumatori che si sa oggi orientare sempre di più verso la qualità”. L’arrivo in Vietnam del Pecorino Toscano DOP in Vietnam sarà accompagnato da una serie di eventi organizzati con l’obiettivo di far conoscere le caratteristiche distintive di questo formaggio. Dal 18 novembre, infatti, il Pecorino Toscano non solo arriverà ai distributori locali, ma si farà anche conoscere tramite incontri B2B, masterclass e degustazioni. L'imminente missione in Vietnam del Pecorino Toscano DOP, con due tappe ad Hanoi e Ho Chi Minh City, acquisisce un significato ancora maggiore in quanto ufficialmente inserita nell'agenda delle celebrazioni della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo 2024, sotto il patrocinio dell'Ambasciata d'Italia ad Hanoi e del Consolato Generale d'Italia a Ho Chi Minh City. “L'apertura del mercato vietnamita rappresenta una straordinaria opportunità per far conoscere e apprezzare il Pecorino Toscano DOP in un contesto internazionale sempre più attento alla qualità e alla provenienza dei prodotti – dice Andrea Righini, direttore del Consorzio tutela Pecorino Toscano DOP. – Il Vietnam è un mercato dinamico e in rapida crescita introdurre un pezzo fondamentale della cultura culinaria mediterranea come il Pecorino Toscano DOP, rappresenta una pietra miliare nel percorso di promozione e valorizzazione del Consorzio”. "L'arrivo del Pecorino Toscano DOP in Vietnam - ha commentato Quyet Tran, segretario generale ICHAM - è un segnale concreto della crescente integrazione commerciale tra l'Italia e il Vietnam, facilitata dall'EVFTA. Questo non solo apre nuove strade per le eccellenze italiane nel mercato vietnamita, ma rappresenta anche un'occasione per valorizzare e diffondere la cultura alimentare italiana in un Paese che sta rapidamente abbracciando nuovi stili di vita e abitudini di consumo. Il Pecorino Toscano DOP, con il suo forte legame con il territorio e la tradizione, è un esempio perfetto di come l'autenticità e la qualità possano essere apprezzate da un pubblico internazionale sempre più esigente" L’Accordo di libero scambio tra Vietnam e UE (EVFTA), entrato in vigore il 1° agosto 2020, ha aperto la strada a un forte aumento del commercio tra l'UE e il Vietnam, prevedendo l’eliminazione del 99% dei dazi doganali tra i due Paesi nei prossimi anni e il miglioramento delle condizioni complessive degli scambi economici. Questa condizione ha portato, negli ultimi 4 anni, ad una crescita notevole anche del mercato dei formaggi, anche perché la popolazione vietnamita è molto attenta al suo stato di salute: il 48% degli abitanti considera "mantenersi sani e in forma" come priorità, la classe media e quella agiata sono in espansione (passate negli ultimi 3 anni da 12 a 33 milioni di persone), caratterizzate dall’aumento della capacità di spesa di prodotti di alta qualità e dall’innalzamento del tenore di vita verso prodotti più ricercati Con l’aumento del PIL pro-capite, i formaggi riscuotono una domanda crescente, essendo un alimento associato a maggiore qualità e a più alti standard di vita, legato anche a stili di vita occidentali. Grazie alla crescente domanda di prodotti di alta qualità e alla collaborazione con la Camera di Commercio Italo Vietnamita (ICHAM), che coinvolgerà gli operatori locali, i consumatori vietnamiti avranno finalmente l'opportunità di portare sulle proprie tavole un prodotto dall'autentico gusto toscano.
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