10 Luglio 2023
Francesco Trevisani, specialista nefrologo presso l'Unità di Urologia dell'IRCCS Ospedale San Raffaele e ricercatore per il progetto Re.Me.Diet dell’istituto di Ricerca Urologica (URI) dellʼIRCCS, durante il Charity Gala 2023 organizzato dalla famiglia Cerea e dai ricercatori del team Re.Me.Diet ha dichiarato:
"Noi scienziati e ricercatori spesso, siamo bravi in laboratorio e in reparto, ma con la comunicazione siamo un po' scarsetti: parliamo in "medichese", stiamo in una torre, non riusciamo a sfondare le barriere. Ma, con questo progetto di ricerca, Re.Me.Diet è riuscita a unire scienza a comunicazione.
Stasera vedo qui alcuni amici che erano presenti anche alla prima serata, che era una scommessa, nel 2017 a Verona. All'epoca era difficile parlare di epigenetica, una scienza vecchia e nuova, DNA, RNA, metilazioni, nutrizione, malattie renali. Ma, la parte più complessa, era considerare l'epigenetica come una scienza che mette in discussione tutto quello che ci è stato insegnato sui banchi di scuola. Questo progetto segue un po' la storia di Lamarck, che sosteneva che le giraffe avessero il collo lungo perché, per potersi nutrire delle foglie più alte, l'avessero man mano tirato sempre più. Lo scienziato veniva preso in giro all'epoca perché si pensava che la teoria di Darwin, secondo cui un giorno nacque una giraffa con il collo lungo in mezzo ad altre che lo avevano più corto, fosse quella più attenibile. E invece, alla fine, venne dimostrato che aveva ragione Lamarck. Questo è il punto di partenza per capire cos'è l'epigenetica, che dà a ciascuno di noi la possibilità di scegliere.
Noi tutti sappiamo che c'è stato un Progetto genoma e abbiamo studiato che il DNA, ovvero ciò che mamma e papà ci trasmettono, è quello che saremo. Sbagliato! Ed è qui che l'epigenetica mette in dubbio ciò che abbiamo imparato a scuola. Quello che saremo dipende dalla nostra volontà. Quindi, il DNA non è un concetto indissolubile, ineffabile, ma anzi, c'è qualcosa che lo può modificare fino al 40%. E ciò vuol dire che nasciamo in un modo ma, a parità di DNA, a seconda di quello che è l'ambiente esterno, la nutrizione, l'attività fisica, la socialità, il convivio, noi possiamo cambiarlo in maniera positiva e in maniera negativa. Inoltre, ciò che noi facciamo non riguarda solo noi stessi ma lo trasmettiamo alle tre generazioni future e quindi è una grossa responsabilità.
Quello che è stato dimostrato è che a distanza anche di cento anni, come diceva anche Lamarck con il collo delle giraffe, noi rimodelliamo questi aspetti e li tramandiamo, l'evoluzione della specie cambia. E Re.Me.Diet ha voluto mettere nero su bianco quello che poteva essere l'aspetto nutrizionale, attraverso una modulazione epigenetica. Prendiamo ad esempio uno spartito musicale in cui le note possono cambiare a seconda dell'umore di chi suona e dello strumento. L'epigenetica è questo: un'orchestra musicale che ci conduce lungo la vita.
Re.Me.Diet si è posta il problema di provare a fare chiarezza riguardo ai temi che riguardano la nutrizione, in mezzo ad un mondo purtroppo costellato anche di messaggi non corretti e bufale. In un contesto del genere, noi scienziati dobbiamo avere la forza di poter dire cosa è sbagliato e cosa è giusto. Proprio in virtù di questo proposito, Re.Me.Diet ha provato a vedere se il DNA delle persone migliora o peggiora in base a una nutrizione junk, quindi quella un po' del fast food, o a una modellata sulla dieta mediterranea. Era una scommessa, ci credevano in pochi, ma c'era chi ci vedeva lungo, ovvero il mondo della cucina e gli chef che, con l'arte culinaria, ci hanno dato la forza di andare avanti.
E in effetti qualcosa c'era. Abbiamo studiato e abbiamo trovato 400 geni che erano completamente e differenzialmente espressi tra chi faceva una dieta junk e chi, invece, ne seguiva una normale. Il San Raffaele e centri universitari a livello internazionale ci hanno offerto la possibilità di condurre lo studio utilizzando Nice Generation Sequencing e Metilazione, tecniche moderne, pratiche, ma al tempo stesso complesse che ci hanno portato a questo risultato. Un esito che ci ha sorpreso perché noi partivamo con Re.Me.Diet per studiare come prevenire malattie renali funzionali (insufficienza renale) attraverso la nutrizione e, invece, abbiamo trovato di più. Abbiamo scoperto che alcuni percorsi erano comuni anche a chi aveva un tumore al rene e ci siamo concentrati su questi pazienti. Ecco perché nasce da Re.Me.Diet, Re.Me.Diet Evolution, il nuovo progetto di ricerca clinica che ha lo scopo di creare dei percorsi personalizzati nutrizionali. Perché, oggi come oggi, non ci sono approcci nutrizionali per chi ha una malattia oncologica o una malattia renale e lo sforzo di Re.Me.Diet è e continua a essere questo.
Ma ci impegniamo anche nella comunicazione perché senza quella, il nostro progetto non esisterebbe e Re.Me.Diet è una squadra unita verso un obiettivo ambizioso. Non è solo scienza, è anche cooperazione all'interno di un gruppo che cerca di interfacciarsi e parlarsi dando ognuno il proprio apporto. La cena epigenetica di stasera è stata preparata di concerto con gli chef che non hanno scelto ingredienti che a caso. Non è una cena normale, è un qualcosa di meraviglioso."
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