15 Ottobre 2022
Christine Anderson, politica tedesca di formazione statunitense, impegnata da anni a ridimensionare le politiche dell'Unione sugli stati aveva già calcato la scena il 30 ottobre 2021, dichiarando di non volersi vaccinare con un vaccino sperimentale che viene spinto dai governi per conto di interessi acquisiti. Dopo le polemiche sulle modalità di acquisto dei vaccini per conto di Ursula von der Leyen, il 5 ottobre scorso, a seguito del suo ultimo discorso la Anderson ha spegato che le fake news in merito ai vaccini rappresentano la campagna di disinformazione messa a punto dai governi e che scoprire la verità sarebbe stato compito delle istituzioni.
In merito alla mancanza del test sulla trasmissibilità del virus del covid, che sarebbe stato il dato fondamentale per la genuinità della ricerca di un qualsiasi vaccino soprattutto durante un'emergenza pandemica, la pfizer ha recentemente dichiarato di non aver condotto nessun tipo di test. Eppure per questi vaccini la von der Leyen ha fatto trattative usando sms di un cellulare istituzionale con il ceo di Pfizer, Bourla. La Presidente della Commissione Europea, al centro dell'inchiesta della procura europea, ha impiegato il bilancio dell'Ue per 71 miliardi di euro per l'acquisto di 4,5 miliardi di dosi, 10 dosi a cittadino compresi neonati e mabini under 12. Christine Anderson dunque si domanda: chi ha mentito? Chi avrebbe dovuto stabilire i confini tra verità e menzogna?
A ciò va annotato anche che la commissione europea ha curiosamente finanziato progetti editoriali contro le fake news e persino l'azienda google ha penalizzato i siti web che offrivano una visione critica in merito alla vicenda vaccinale, e tutto per adeguarsi alla politica d'informazione voluta dall'Unione Europea.
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