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Da follower e like sui social al consenso elettorale nelle urne

Se ne è parlato in un evento a Roma organizzato da Bistoncini Partners

29 Ottobre 2025

Roma, 29 ott. (askanews) - Come costruire il consenso nell'agorà politica; il ruolo del social media strategist all'interno di un partito; quanto i follower e i like si possano tramutare in voti nelle urne. Sono stati questi alcuni dei temi al centro di un incontro organizzato a Roma da Bistoncini Partners alla presenza di Tommaso Longobardi, responsabile comunicazione digitale della premier, Giorgia Meloni, Daniele Cinà, responsabile comunicazione social del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e Pietro Raffa partner e responsabile Digital & Media Advocacy di Bistoncini Partners.

Negli ultimi anni, i social network, come Instagram, Facebook e Tik Tok si sono trasformati in un terreno fertile per la raccolta del consenso politico, diventando strumenti indispensabili per la comunicazione diretta dei politici, l'engagement degli elettori e la formazione dell'opinione pubblica. Tutti i partecipanti all'evento si sono trovati d'accordo nell'affermare che l'errore che deve evitare un politico sui social è quella di cucirsi addosso un abito che non è il suo e comunicare in maniera diversa rispetto a come appare nella vita reale. Ecco allora la necessità di affidarsi a un social media strategist.

"La figura del social media strategist è fondamentale perché in un'epoca in cui il consenso si costruisce soprattutto on-line servono dei professionisti che conoscano nel dettaglio le piattaforme e che siano in grado, una volta identificati gli obiettivi di una campagna elettorale, di distribuire i messaggi chiave in maniera ottimale", afferma Raffa.

C'è un altro aspetto fondamentale che i social media strategist conoscono: il coinvolgimento, l'interazione, i like sui social, anche da parte di milioni di follower, non sempre si tramutano in consenso elettorale.

"Credo che non ci sia un vero report che permetta di paragonare quanto il mondo social poi trasporti nelle urne le persone. Posso dire che i social non sono una bacchetta magica, sono un mezzo, sono una una piattaforma che permette di dare una cassa di risonanza a un messaggio ma che quel messaggio è il vero fulcro su cui ruota poi il consenso o meno. Tutto si basa su quello che è poi l'essenza della politica perché la comunicazione è sicuramente una parte fondamentale della politica ma senza una vera politica dentro un vero messaggio non è nulla", sottolinea Longobardi.

Le novità nel mondo digitale sono sempre dietro l'angolo e in vista delle elezioni politiche del 2027 i leader politici dovranno confrontarsi con nuove regole adottate da alcune piattaforme.

"Nella campagna elettorale del 2027 ci saranno senza dubbio delle novità alcune sono figlie delle scelte di quest'ultimo mese da parte delle piattaforme. Meta ad esempio per adeguarsi al regolamento Ue ha deciso di bloccare l'advertising politico sui propri canali: questo comporterà un ritorno all'importanza del contenuto da parte dei partiti e dei leader politici e quindi una maggiore attenzione alla costruzione di quelli che possono essere i formati a cui l'elettorato risponde meglio", conclude Raffa.

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