Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha tenuto un discorso durante la presentazione della rivista della Biennale di Venezia, "rinata" a 53 anni dalla sua ultima pubblicazione, e anche questa volta ha stupito per le sue parole.
"Quando uno prende in mano una rivista, la prima cosa che deve fare è coglierne la bellezza estetica, tattile, annusarla naturalmente e ricordarsi che c'è dell'acqua dietro. Altrimenti non ci sarebbe. Il corpo umano e tutto ciò che è creatività nasce nel liquido amniotico e questo è il liquido amniotico di una grande storia che ricomincia dopo tanti decenni. Senza gli alberi e l'acqua, la saggezza dell'acqua e degli alberi, non avremmo tutto ciò che in questo momento rappresenta un artefatto di una qualità estetica, nei limiti di quelle che sono le mie capacità di giudizio, di una bellezza memorabile. Siamo figli del terremoto e dell'acqua, siamo aborigeni perché siamo aberrigeni, cioè siamo coloro che hanno errato in tutti gli spazi del Mediterraneo, tanto che ritroviamo le conchiglie sulle nostre montagne. L'acqua è l'elemento che ci dà vita, che ci ha costretto a viaggiare, pensare, immaginare, a rappresentare noi stessi. Quando si è qui ci si accorge che in fondo l'Italia è una Venezia in miniatura".