18 Ottobre 2022
Strano. Secondo i dati sulla povertà della Caritas, nel 2021 le richieste di aiuto sono aumentate del 7,7%. Ma il M5s non l’aveva abolita? Era il 28 settembre del 2018 quando Luigi Di Maio esultava dal balcone di Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri che aveva trovato l’accordo sul Def. L’allora vicepremier del governo Conte I aveva festeggiato con la folla di parlamentari pentastellati che, con bandiere e striscioni al seguito, da Montecitorio si era mossa verso la sede del governo. “Oggi aboliamo la povertà”, aveva detto Di Maio.
Un concetto ribadito in un video più istituzionale. “Qui non buttiamo i soldi dalla finestra”, aveva sottolineato Di Maio. “Questo l’anno fatto i governi precedenti tra vitalizi, privilegi e bonus elettorali. Adesso basta. Noi facciamo le cose che servono per eliminare la povertà. E sarà la prima volta nella storia d’Italia in cui si cancellerà totalmente e per sempre la povertà assoluta per ricostruire questa società martoriata”. Sono passanti quattro anni, la povertà è in aumento e l’unica cosa che è stata abolita è l’esperienza parlamentare di Di Maio, fuori da Montecitorio dopo l’irrisoria percentuale di voti raccolta da Impegno civico.
La Caritas italiana ha diffuso il suo XXI rapporto su povertà ed esclusione sociale, denominato “L’anello debole”. Il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, durante la presentazione ha fatto appello al futuro governo ricordando che “il reddito di cittadinanza è stato percepito da 4,7 milioni di persone, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti”. Tradotto: non solo il M5s non ha abolito la povertà (questo, diciamo così, era prevedile), ma non funziona neppure il Rdc (e anche questo si poteva facilmente immaginare). “C’è un aggiustamento da fare, ma mantenendo questo impegno in un momento in cui la povertà sarà ancora più dura, ancora più pesante e rischia di generare ancora più povertà in quelle fasce dove si oscilla nella sopravvivenza, che devono avere anche la possibilità di uscire da questa zona retrocessione”. I piani del premier in pectore, Giorgia Meloni, sono altri: eliminare il Rdc e approvare altre misure per creare posti di lavoro. Quanto a Di Maio, dopo la disfatta alle elezioni è sparito. Lui sì, non la povertà.
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