Palestina, Arab Barghouthi sulla detenzione del padre Marwan: "Condannato dopo processo ingiusto, sempre sostenuto soluzione 2 Stati" - VIDEO

Arab Barghouthi, figlio del leader palestinese Marwan Barghouthi, ha denunciato la detenzione del padre definendola “il risultato di un processo ingiusto e privo di trasparenza”. L'uomo, collegato a La7, ha sottolineato come il processo sia stato "fallace" e che il padre ha sempre sostenuto la soluzione 2 popoli 2 Stati.

“Mio padre è stato condannato attraverso un procedimento fallace, pieno di irregolarità e condizionato da motivazioni politiche”, ha dichiarato Barghouthi, sottolineando che la famiglia continua a chiedere la sua liberazione immediata.

Chi è Marwan Barghouti, no di Israele a rilascio del “Nelson Mandela” palestinese: prigioniero dal 2002 e condannato a 5 ergastoli

Nel 2002, in piena Seconda Intifada, fu catturato dall’esercito israeliano e accusato di aver organizzato e diretto attacchi che causarono la morte di diversi civili. Barghouti ha sempre negato ogni responsabilità, dichiarando di non riconoscere l’autorità del tribunale che lo ha processato e scegliendo di non difendersi durante il processo. È stato condannato a 5 ergastoli e da allora si trova detenuto nelle carceri israeliane

Il figlio del politico palestinese ha ricordato come il padre, figura di spicco di Fatah e considerato da molti “il Mandela palestinese”, sia detenuto in Israele da oltre vent’anni, dopo essere stato condannato all’ergastolo per il suo ruolo durante la seconda Intifada. “La sua detenzione non riguarda solo lui, ma rappresenta il simbolo della lotta di tutto un popolo per la libertà e la giustizia”, ha più volte sostenuto Arab Barghouthi in questi anni, accusando la comunità internazionale di “chiudere gli occhi di fronte a un’ingiustizia evidente”.

Barghouti a Santoro nel 2001: “Non si può convivere con Israele finché c’è in atto un’occupazione, scappato ad un attentato di Tel Aviv” - VIDEO

Barghouti, in carcere da 23 anni e definito il "Mandela palestinese" è stato intervistato da Michele Santoro nella sua trasmissione poche settimane prima dell'attentato alle Torri Gemelle, e i temi di discussione sono ovviamente il Medioriente, l'occupazione israeliana e la repressione dei palestinesi